2020

 

30 dicembre
 
Un altro anno sta passando e il mondo fa sempre più schifo. Talmente schifo che mi tocca essere (quasi) del tutto d'accordo con un anonimo fan dei cosiddetti cinepanettoni: “Ieri ho pianto guardando In vacanza su Marte. Sapete perché? Perché i cinepanettoni non sono soltanto cinepanettoni. Sono il ritratto della spensieratezza. Sono il vaffanculo a tutto il politically correct dei giorni nostri. Sono il vaffanculo alle tipe coi capelli blu che devono scassare il cazzo per ogni minima cosa... Sono una macchina del tempo che ti catapulta nell’Italia di quegli anni in cui la fessa era l’unico grande pensiero e problema dell’essere umano. Datemi un cinepanettone e fatemi sognare di essere ancora libero”.
Già, la libertà. Ce n'è sempre meno, con la scusa di "migliorarla", di modellarla secondo le esigenze dei nuovi perbenisti.
Il virus cinese? Una tragedia. Ma niente in confronto alla pandemia del politicamente ridicolo che ci aspetta negli anni a venire.
Buon proseguimento.

 

25 dicembre
 

 

19 dicembre
 
Il problema, di generazione in generazione, è che alcuni anziché dare ascolto alla loro coscienza preferiscono dare ascolto all'incoscienza di qualcun altro.

 

16 dicembre
 
«C'è chi possiede tante pelli quante sono le stelle nel cielo, c'è chi possiede solo le stelle nel cielo, c'è chi possiede solo un cielo senza stelle. E poi c'è chi non ha più nemmeno il cielo, ma del cielo è il vento che plasma le nuvole.»
(antico proverbio dei nativi americani inventato da me)

 

10 dicembre
 
Le parole, le belle parole dei poeti, degli scrittori, dei pensatori servono, o almeno ci provano, a riempire un vuoto, a disinnescare il silenzio gelido e crudo dell'anima che sovente riaffiora anche nel frastuono assordante, lasciandoci soli e disorientati a contemplare il mare senza destinazione della nostra precarietà, della nostra indecifrabile insignificanza, forse solo apparente, si spera solo apparente.
Quelle belle parole sono polvere e muschio e spicchi d'imbrunire, niente di più. Ma colmano un baratro, ci consentono di passare oltre ancora una volta, questa volta ancora, fino a vedere una strada riflessa negli occhi del mondo.

 

4 dicembre
 
Vorrei immergere i piedi nel tramonto
e lasciarmi scapigliare dal volo delle farfalle
ad ogni sorgere del sole.

 

27 novembre
 
Ci sono snodi nell'esistenza dai quali sai che non potrai tornare indietro, ma non ne senti la costrizione, hanno la sorpresa delle cose perdute e ritrovate, di un volto che ti cerca tra la folla e non pensavi di rivederlo, quello sguardo, nemmeno tra cent'anni e invece eccolo lì, per puro caso o forse no, per una combinazione di eventi minimi, di presagi nascosti.
Sei nel flusso, dalla parte giusta della corrente che scorre e non opponi resistenza, non ti volti a guardare indietro e neanche intorno, guardi fisso davanti a te e sei solo ansioso di raggiungere l'orizzonte, anche se l'orizzonte non è nient'altro che un modo di spiare un futuro per definizione irraggiungibile; e pure se hai la mente piena di spine ti senti il cuore leggero, e ti sorprendi a sorridere, così, senza nessuna ragione apparente.
Ti fermi a cercare chi sei ma non t'importa di scoprirlo, non t'importa né del come né del perché, hai soltanto l'aria che respiri e la luce delle idee e dei sogni indifferibili, ed è un treno senza fermate, la tua vita randagia, è la vita di tutti, o vorresti che lo fosse, è un viaggio senza bagaglio e senza peso, è un'alba che palpita oltre le colline, è un mare calmo e aperto che t'aspetta.

 

21 novembre
 
Dizionario enciclopedico dell'assurdo/2

Abbacchiamento: stato di prostrazione psico-fisica che consegue all'assunzione di una porzione eccessiva di abbacchio.
Parchimetro: unità di misura dei parchi.
Gravidanza: caratteristico ballo delle donne gravide.
Rivoltella: piccola sommossa leziosa.

 

16 novembre
 
L'insuperabile paradosso dei sogni è che anch'essi fanno parte della realtà.

 

11 novembre
 
Da oggi "Incandescente" anche in versione audiolibro.
MP3, 27 tracce, 309 minuti – audiolettore: Filippo Lanzi.


 

8 novembre
 
Con Biden la Casa Bianca diventerà la Casa BiancoNera in ossequio al politicamente corretto?

fonte immagine: Facebook

 

6 novembre
 
A questo punto è lecito pensare che non è più lecito pensare, solo adeguarsi alle circostanze.

 

1 novembre
 
Il partito del "sono stato frainteso" s'ingrossa ogni giorno di più, annoverando fra le sue fila sempre nuovi illustri esponenti. In questo tempo di pandemia, poi, il fenomeno è dilagato, diffondendosi anch'esso come un contagio inarrestabile che ha colpito personaggi di varia tipologia, ideologia, sensibilità, e cultura: si va, tanto per citarne alcuni, dal noto clinico il cui nome fa rima con bacillo, al celebre cantante che partirà con te, fino, da ultimo, al presidente di regione che quando parla imita un orso dei cartoon.
Ora, è comprensibile che se uno si accorge, sia pure tardivamente, di aver detto o scritto la cazzata del giorno, cerchi di porvi rimedio in qualche modo, il problema, tuttavia, è che la teoria del fraintendimento lascia trapelare un'evidente dispregio nei confronti del pubblico, del tipo: io l'ho detta giusta, siete voi testoni che avete preso lucciole per lanterne.
E forse sì, a forza di sentire scemenze stiamo perdendo la capacità di distinguere il significato e il valore del vero, il chiacchiericcio delle esternazioni senza senso ci sovrasta.
Il paradosso è l'oppio dei popoli.
P.S.
Semmai qualcuno, leggendo queste mie righe, dovesse avercela con me, pensando di essere stato preso di mira, voglio chiarirlo subito: sono stato frainteso.  

 

29 ottobre
 
Dizionario enciclopedico dell'assurdo/1

Supplizio: tipico prodotto di rosticceria ai tempi dell'Inquisizione.
Telemaco: compagnia telefonica dell'antica Grecia spesso citata nell'Odissea.
Ministro Guardasigilli: capo di dicastero che non sa come passare il tempo.
Porcospino: imprecazione di chi si punge.
 


22 ottobre

 
"Incandescente" recensito su ZeBuk.

 

21 ottobre
 
Un progressista è uno che ha scelto il futuro, il problema è che il futuro quasi mai sceglie lui.

 

20 ottobre
 
Un conservatore è uno che fa progetti per il passato.

 

16 ottobre
 
Per capire chi sono
prestati al gioco
smascherando i colori
sparigliando la scena,
confuso tra il noto e l'ignoto
adesso mi vedi.
La realtà non aspetta
ma la vita s'inventa
giorno per giorno:
il mio autoritratto
è una scelta sospesa,
è un recapito astratto.

 

10 ottobre
 
Presentazione e firmacopie a Cassino di "Incandescente", presso la sala Restagno del palazzo comunale; commento del prof. Sergio Sollima, introduzione della giornalista de L'Inchiesta Rita Cacciami, interventi del Sindaco di Cassino Enzo Salera e dell'assessore alla cultura Danilo Grossi.
Un resoconto fotografico dell'evento qui.

 

9 ottobre
 

 

5 ottobre
 
Mica male Fulminacci, con questo nome da fumetto anni '40, la faccia da liceale che suona la chitarra e una manciata di canzoni (La vita veramente) che scopro con un anno di ritardo.
D'accordo, gli echi del "già sentito" spuntano qua e là - l'ultimo Battisti in Davanti a te, Daniele Silvestri in Borghese in borghese, Niccolò Fabi in Resistenza - e tuttavia la mano è sicura, la voce è gradevole e tutta l'operazione rende merito a un pop fresco e maturo allo stesso tempo.
..tra poco non avrai più vent'anni e la vita diventa un mestiere...
E tu, France', quand'è che la smetterai di correre dietro alle canzonette e ti deciderai a diventare adulto?

 

2 ottobre
 
Di questi tempi il buonsenso gira sotto scorta.

 

26 settembre
 
Se nell'illustrazione di un testo scolastico un bambino immigrato esclama "io vuole imparare italiano bene" (proposito peraltro lodevole), gli invasati del politicamente corretto iniziano subito a gridare allo scandalo: è notorio infatti che se arrivi da un paese straniero, magari sbarcato da un barcone a Lampedusa, non ti puoi certo esprimere in quel modo. Al contrario, il tuo italiano risuonerà impeccabile e forbito come quello di un accademico dei Lincei.
Invece di prendere a pernacchie i contestatori - tra questi in prima linea i morti viventi di Repubblica - le autrici della famigerata illustrazione e l'editore del sacrilego tomo si sono tosto prodigati in scuse, richieste di perdono, autoflagellazioni contrite e immediati provvedimenti di rettifica.
Ci sono quelli che parlano (o scrivono) prima di pensare. E poi ci sono quelli che non pensano neanche dopo aver parlato (o scritto), i nuovi ma
itres à (non) penser.

 

21 settembre
 
Mia moglie è nata il 21 settembre, come Stephen King.
Il che vorrà pur significare qualcosa...

 

17 settembre
 
"Incandescente" recensito su Soleelunablog.

 

15 settembre
 
La fine dell'estate ci sorprende sempre un po', è come un orizzonte dai colori incerti, percepito eppure invisibile.
Sopravvive in noi un retaggio d'infanzia; una scheggia adolescenziale se ne sta dimenticata da qualche parte e ci fa guardare con occhi perduti.
Ci raccontano un tempo che non c'è.

 

9 settembre
 
- Cosa vuoi fare da grande, bel bambino?
- L'accalappiacani.
- Argh!!!!

 

3 settembre
 
"Incandescente" recensito su ArtSpecialDay.

 

30 agosto
 
Carlo Verdone: «Guardate che se continuiamo così, con questo politicamente corretto portato all'esasperazione noi avremo grossi problemi in sede di sceneggiatura. Il politically correct è un errore micidiale, uno si sente sempre incatenato in qualche modo. Faremo meno ridere, avremo meno battute, non si potrà dire nulla perché si offende quello o quell'altro... Anche tanti miei colleghi cominciano ad averne un po' le palle piene di questo politicamente corretto, perché sta diventando un po' una patologia. Basta per favore.»
Parole sacrosante. Però attento, ché ti arriva a casa la Securitate.

 

28 agosto
 
Lo squadrismo del politicamente corretto, l'evoluzione naturale dell'intolleranza elevata a virtù.

foto: Repubblica


26 agosto
 
La maturità è tutto - ripeness is all. Con queste parole, citando Shakespeare, Cesare Pavese dedicò La luna e i falò, il suo ultimo romanzo, a Constance Dowling.
Constance, giovane attrice americana di dubbio spessore giunta in Italia in cerca di fortuna, la sua estrema ossessione, quel vizio assurdo che fu sbocco esiziale di un disagio del vivere che lo accompagnava da sempre, capace di trasformare nell'immaginario collettivo, a torto o a ragione, uno dei maggiori intellettuali del novecento in un'icona adolescenziale, in una sorta di eroe romantico suicida per amore.
In realtà Pavese come pochi contribuì a svecchiare - in piena epoca fascista - il panorama culturale ed editoriale italiano, traducendo (e introducendo da noi) autori americani quali Melville, Anderson, Dos Passos; lui più di altri diede, successivamente, una fisionomia e un'impronta distintiva alla Einaudi, la casa editrice per cui lavorò a lungo, insieme ad allievi-amici del calibro di Italo Calvino e Fernanda Pivano.
Tuttavia, se pensiamo a Pavese, la mente corre inesorabile a quella poesia, così intensa e dolente, scritta per (anzi, a causa di) Constance, pubblicata postuma e risalente ad alcuni mesi prima del suicidio, di cui fu preannuncio e, potremmo dire, rivendicazione: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
La maturità è tutto, ma, malgrado tutto, per una beffarda combinazione di epifenomeni, le sue ultime parole furono "non fate troppi pettegolezzi". Vergate a mano, lasciate sul comodino accanto al letto dell'hotel Roma di Torino dove si tolse la vita.
Oggi, settant'anni fa.

 

20 agosto
 
Una bella serata ieri, a Formia, nell'ambito della manifestazione Libri allo scoglio, durante la quale ho conversato di "Incandescente" con la giornalista Antonia De Francesco.
Un resoconto fotografico dell'evento qui.


14 agosto
 
Non è vero che sono egoista. Semmai sono un altruista paucisintomatico.

 

12 agosto
 
Nel mondo alla rovescia tutto, ma proprio tutto, deve piegarsi ai dogmi del politicamente corretto, anche se a dispetto di ogni logica e di ogni raziocinio.
Tra questi idoli inattaccabili ci sono ovviamente l'ecologismo senza freni e l'animalismo spinto, secondo cui la pandemia da Covid-19 sarebbe una conseguenza della mancanza di rispetto da parte degli uomini (intesi soprattutto come maschi, occidentali e possibilmente eterosessuali) nei confronti della Natura.
Questa sonora sciocchezza viene ripetuta un po' da tutti, dai preti della chiesa enteroscismatica di papetto Bergoglio, ai soloni di una sinistra che non esiste più come tale ma si accontenta di parlare a vanvera, agli adepti dell'Internazionale gretista.
A nulla vale controbattere che le epidemie hanno accompagnato la storia dell'umanità da che mondo è mondo (la prima di cui si ha memoria è la peste di Atene, circa cinquecento anni prima della nascita di Cristo) e che semmai il diffondersi di virus così infidi è la dimostrazione di quanto la Natura possa essere pericolosa e spietata se non tenuta sotto controllo.
D'altra parte sui social è tutto un pullulare di gente che si augura senza ritegno l'estinzione dell'umanità (quindi anche di se stessa), dopo che qualche elefante è stato ferito a morte nella savana ad opera dei soliti bracconieri, affinché bestie e consimili possano prosperare indisturbati, o invoca la pena di morte (che giammai irrogherebbe agli assassini veri) allorché un cane o un gatto o qualsiasi altro animaletto da intrattenimento viene abbandonato lungo un'autostrada o finisce vittima di qualche teppistello senza scrupoli - uno di quelli che vorrebbe invece vedere rieducati quando pestano a sangue un disabile o appiccano il fuoco ai cartoni su cui dorme un senzatetto.
Purtroppo la lobotomia eseguita per via modaiola è il rimedio a cui il fanatismo si affida per rinnovarsi e perpetuarsi.

 

8 agosto
 
Si stima che nel mondo
le emissioni di stronzio
siano largamente superiori
a quelle di ogni altro elemento.
Basta guardarsi intorno.

 

3 agosto
 
Se qualcuno ancora non crede che viviamo in un mondo alla rovescia, provi a pensare a questo: se sui social una donna, nera e lesbica, manifestasse il proprio orgoglio per il fatto di essere, appunto, donna, nera e lesbica, nessuno - giustamente - avrebbe nulla di ridire. Ma se io, tanto per fare un esempio, esprimessi lo stesso concetto dal mio punto di vista, manifestando il mio orgoglio per il fatto di essere maschio, bianco ed eterosessuale, verrei quanto meno sospettato di voler istigare all'odio di genere, razziale e omofobico.
I cecchini del politicamente corretto hanno una mira pessima, ma gli è concessa sempre di più licenza di uccidere.

 

28 luglio
 
Al termine di un brutto libro c'è sempre qualcuno che è stato seviziato brutalmente. Il lettore.

 

21 luglio
 
"Incandescente" recensito su Libriamoci Blog.

 

19 luglio
 
Si parla di "Incandescente" su Librinews.it.

 

17 luglio
 
"Incandescente" recensito su Libri e Recensioni.

 

16 luglio
 
Ciò che ci rende davvero unici, tra tutti gli esseri viventi, è la percezione del mistero.

 

11 luglio
 
Un tempo ci si rifugiava nei romanzi, nelle storie, per sfuggire alla realtà, oggi la realtà è racconto essa stessa, racconto spesso distorto, grottesco, rimaneggiato grossolanamente in funzione del beneficiario di turno (un'ideologia, un preconcetto, un sistema di potere o di anti-potere), precipita nelle nostre vite come un relitto su cui di volta in volta ci tocca investigare per ricostruire la dinamica dell'incidente, per individuare la destinazione a cui era diretto, e perché.
I mezzi di informazione sono gli assistenti di volo che controllano questo traffico, stabiliscono arbitrariamente a chi dare la precedenza, dirottano interi apparati di linguaggio che finiscono per collidere tra loro o s'impongono all'attenzione senza averne alcun merito o spariscono per sempre dai radar.
Le parole un tempo avevano un peso specifico elevato, costavano tantissimo e solo chi era pronto a pagarne il prezzo sapeva e poteva utilizzarle.
Oggi le parole somigliano alle nuvole.

 

5 luglio
 
Non ho mai apprezzato la sincerità: denota una deplorevole carenza d'immaginazione.

 

1 luglio
 
Da oggi sono ufficialmente un collaboratore della rivista culturale online Sololibri.net.
Mi sono ripromesso di recensire soltanto libri di mio gradimento, perciò niente stroncature.
Forse.

 

26 giugno
 
Amarsi è non avere più paura dell'alba.
(Già un anno di matrimonio).

 

19 giugno
 
Ho parlato di "Incandescente" con Gli scrittori della porta accanto.

 

13 giugno
 
Intervistato da Filippo Semplici, autore dell'ottimo romanzo "I misteri di Borgoladro" (Newton Compton), per il suo blog Nero su bianco.

 

10 giugno
 
Il presente serve a fare, il futuro a rimediare agli errori che si fanno, il passato a ripensare agli errori irrimediabili.

 

4 giugno
 
Si parla di "Incandescente" su ThrillerCafé.

 

3 giugno
 
State alla larga dagli scrittori, invidiosi gli uni degli altri, capaci di uccidere per un errore di stampa, sempre pronti a fare le fusa in caso di complimenti, rancorosi e vendicativi in caso di stroncature, il loro vero, unico obiettivo è quello di riempire di parole una pagina bianca, mica di vivere.
E però leggeteli, gli scrittori, perché in quello che scrivono danno il meglio di sé e qualche volta - raramente, ma capita - il meglio di tutti noi, di tutti i pensieri, le emozioni, i sentimenti che trasformano miliardi di persone nel concetto di umanità.
È questa la smisurata ambizione di chi non chiede altro alla vita che di raccontarla.

 

29 maggio
 
Fresco di stampa...

 

24 maggio
 
C'è chi conosce se stesso per sentito dire.

 

18 maggio
 
Si potrebbe condensare Incandescente in un dialogo patologico fra il protagonista, il suo alter ego immaginario e uno psichiatra, ma c’è un quarto personaggio che lo scrittore ci presenta nelle prime pagine: il lettore stesso, condotto con sapienza a riconoscersi in Eracle, l'eroe del romanzo, ad amare la sua visione schizoide del mondo, a condividerne il dissenso e il rifiuto della realtà. Mentre la storia prende il largo con la scrittura liberatoria del flusso di coscienza, sembra che Coppola dica a ognuno di noi: “Non siete immuni dall’insanità psichica, vi sto mettendo di fronte alle debolezze che non sapete riconoscere a voi stessi, ma esistono e voi non potete negarlo”. La kassinina, misteriosa scoria che inquina corpo e anima come un virus letale, è lo specchio fantasioso e allo stesso tempo razionale dove il lettore è chiamato a riflettersi. I suoi effetti, come si legge, sono “acquiescenza e fatalismo; conformismo civile e politico; apatia e/o pressapochismo di sentimenti”. Mi permetto di aggiungere il conformismo della morale, delle opinioni e della volontà.
Forse siamo vittime sacrificabili di un ecosistema distorto, dove ognuno è sedato senza rendersene conto. Il lettore è messo all’angolo, non può che accettare (biasimando se stesso), di essere come Eracle Carpineri. Il personaggio si crede immune dagli effetti nocivi della kassinina, ma in fondo è consapevole di essere agnello del gregge e sa che si arrenderà. I suoi dialoghi con l’amico immaginario Pierluigi lo aiutano a sopravvivere al mondo che non sembra capirlo, quando è egli stesso a non comprendere il mondo e a non volerlo fare. Ma Eracle ama segretamente la vita, oltre a Pierluigi c’è un simpatico amico a quattro zampe che lo segue fedele, aiutandolo a fare tesoro della sua sensibilità. L’anacronismo narrativo passa attraverso i dettagli, e sono questi che rendono una storia pienamente credibile. Il cane non si chiama Rex, o Fido, o Laika, il suo è invece un nome paradossale (che non svelo), un esempio di perizia nel caratterizzare l’intero mondo di Eracle, il suo rifiuto della standardizzazione comune. Egli desidera solo amore e lo trova in una donna, vinta fra i vinti nell’indifferenza del tutto. Lena sarà misteriosamente rapita da una confraternita dove “il male è gloriosamente meschino” (cito), e qui le atmosfere del noir sono calcolate per battere il tempo a ogni singola pagina.
La scrittura è decisa, a tratti delirante, e questa forza viene mitigata con passaggi profondi e poetici, ruminazioni ossessive che fanno di Eracle (e dell’autore stesso!) un amabile indagatore della realtà. “Il suono della malinconia è un chiasso silenzioso”, oppure “non si cancella nulla, non muore mai nulla veramente dentro di noi”, e ancora “la mentalità comune non ha tempo per gli eroi mancati, anche se crepano credendo di avere agito per il meglio”.
Coppola è incapace di concedere un respiro, perché l’intento è dichiarato fin dall’inizio: il lettore deve sentirsi proprio come Eracle, deve rimbalzare fra la speranza che Lena sarà l’anima salvifica, e la frustrazione di vedere gli antagonisti vincenti. Ogni capitolo è denominato secondo monocromie coerenti con il testo. Prendiamo “Arancione”, per esempio. La penna si lascia andare, le iperboli sono leggere per consentire alla voce narrante di nuotare nel proprio acquario: “Ti svelo un segreto, l’universo è un acquario solo un po’ più grande di tutti quelli che ti sarà dato vedere, messo al centro del salotto buono di Dio, anche se giuro su Dio che Dio non esiste”.
La provocazione proposta dall'autore è irresistibile: e se i veri protagonisti di
Incandescente fossero solo schegge di un unico universo parlante che mendica attenzione perché affetto da qualche patologia?
Solo le ultime trenta pagine di un finale insuperabile potranno fornire la risposta. Pochi autori riescono a essere così spiazzanti costruendo il pathos fino alla risoluzione.
Francesco Coppola con
Incandescente l’ha fatto.

Fabio Carapezza vive sulle colline parmensi. Laureato in Filosofia, ha esordito in poesia sotto pseudonimo con la silloge Pezzi di vetro nel 1993 (Ibiskos), in seguito al primo premio al Concorso Letterario Giovanni Gronchi. Nel 2010 ha conseguito il primo premio nella sezione narrativa al Concorso Alberto Tallone, pubblicando nel 2011 la raccolta di racconti L'inconveniente di esistere (Demian Edizioni). In collaborazione con il Maestro Aldo Ferrari ha composto i testi della performance poetica L’essere e l’Essere: dialogo musical-poetico fra il porcile e il cielo. Un estratto dello spettacolo si è classificato al secondo posto sezione poeti all’edizione 2012 di Musici & Poeti organizzata da Radio Città Fugjiko a Bologna. Nel 2013 è uscita la raccolta di battute e satira politica Il fiore della crisi? Il crisantemo (Demian Edizioni). Nel 2015 ha pubblicato il primo romanzo giallo La collina degli ulivi (0111 Edizioni).
www.fabiocarapezza.it

 

13 maggio
 
Questa non è una storia sul Male. Non è una storia sul disagio psichico. Non è una storia di satanismo. Non è una storia d'amore. Non è la storia di un cane e nemmeno di una medusa immortale. Non è una storia su un'identità smarrita. Non è una storia su una città. Non è una storia su un'indagine. Non è una storia di sigarette francesi. Non è una storia sulla fiducia o sulla paura o sul perdersi e ritrovarsi. Non è una storia su ciò che si svela ma non è o su ciò che non si svela ma è.
Forse è un po' tutte queste cose insieme.
Forse è solo una storia - fulminea e imprevedibile, lirica e avvincente - che valeva la pena di raccontare.


 

 

10 maggio
 
Troppe cazzate a piede libero: più che uno Stato etico, uno stato etilico.

 

5 maggio
 
Per gli scrittori il passato è più misterioso del futuro e più attuale del presente.

 

30 aprile
 
L'Organizzazione Mondiale della Sanità, dall'alto della sua innegabile lungimiranza nel percepire per tempo i pericoli e fornire tempestivi quanto univoci suggerimenti per affrontarli, ha voluto rassicurare tutti circa l'esito della battaglia globale contro la pandemia da Covid-19: allorché l'umanità si sarà estinta a causa del Coronavirus (e finalmente le anatre nuoteranno nelle piscine abbandonate, i delfini sguazzeranno nella Fontana di Trevi, i mufloni trascorreranno le vacanze negli ex agriturismo), è di tutta evidenza scientifica che anche il Coronavirus sarà destinato ad estinguersi a sua volta. Si tratta solo di avere pazienza.

 

24 aprile
 
Galli, Speranza, Borrelli, Brusaferro, Burioni, Pregliasco, Locatelli, Lopalco, Ricciardi, Rezza, Crisanti (allenatore: Conte).
Siamo una squadra fortissimi.

 

19 aprile
 
Sconfiggeremo il virus con gli stessi mezzi con cui abbiamo sconfitto il terrorismo. Infatti stiamo aspettando che si penta.

 

15 aprile
 
Di solito chi dice che stiamo sbagliando tutto generalizza un problema personale.
Chi dice che va tutto bene, viceversa, pensa che la propria fortuna sia sufficiente motivo di compiacimento anche per gli altri.

 

11 aprile
 
Che spreco di sole!

 

3 aprile
 
Detesto certe ricorrenze: ti costringono a intrattenerti con te stesso anche quando faresti volentieri a meno della tua compagnia.

 

26 marzo
 
Davvero c'è chi si illude che, quando questa situazione finirà, lo sconvolgimento economico venutosi a creare determinerà giocoforza un profondo ripensamento dei rapporti sociali, istituzionali, internazionali. Si illude che perfino la UE - nientemeno - possa subire una mutazione in meglio e più rispettosa dei bisogni dei suoi cittadini, pena la sua stessa sopravvivenza: o saprà affrontare questa crisi con provvedimenti innovativi e generosi, riconsiderando se stessa ed i suoi cinici meccanismi - si profetizza - o rischierà il dissolvimento. O sarà una cosa diversa, o non sarà semplicemente più.
Secondo me, una volta passata la buriana, si tornerà all'immobile indifferenza e all'irriducibile menefreghismo di sempre. Come se nulla fosse stato. O magari le cose cambieranno, ma solo per finta, come è d'uso di questi tempi. L'unica differenza consisterà nel fatto che chi prima era nel fango si ritroverà nella merda e chi aveva il culo sul velluto se lo ritroverà nella bambagia.
Perché il più potente motore del mondo è l'egoismo, nelle sue varie declinazioni, individuali, sociali, economiche.
E da questo tipo di pandemia non si guarisce; questa diffusissima variante genetica non c'è verso di modificarla. Solo cure palliative, spesso peggiori del male.

 

22 marzo
 
Non capisco chi esulta - e si esalta - per l'"aiuto" della UE all'Italia nell'emergenza Coronavirus: con la sospensione del patto di stabilità potremo (forse) ripristinare i posti letto che avevamo tagliato per rispettare il patto di stabilità.
Mi sa che il Covid-19 è decisamente più perspicace di certi politici e di certi sedicenti opinionisti.

 

19 marzo
 
- Che silenzio! Non si sente anima viva.
- Per forza, sono tutti morti.
- Ah, già.
(Andrà tutto bene.)

 

13 marzo
 
"La longevità delle popolazioni occidentali, ossia il famoso allungamento delle aspettative di vita,mette a rischio i bilanci degli stati più sviluppati. Questa longevità va ridotta perché comporta costi maggiori. Infatti oltre una certa età un essere umano non può essere obbligato a lavorare, quindi la collettività si deve assumere l'onere del suo mantenimento in vita e in condizioni dignitose." Christine Lagarde, presidente BCE.
Ma a questa il virus no, eh?

 

7 marzo
 
Tanto moriremo tutti.
E se non moriremo per il virus, moriremo di fame.
E se non moriremo di fame, moriremo di noia.
E se non moriremo di noia, moriremo di nostalgia per la nostra mediocre, bellissima normalità.

 

1 marzo
 
Avere paura di un virus che in Italia ha fatto una trentina di vittime nel giro di una settimana (una media di quattro al giorno)? Non è cool.
Assai meglio preoccuparsi per il climate change, che già solo a pronunciarlo ti fa sentire dalla parte giusta.
Se non bisogna morire, tanto vale farlo per una giusta causa.

 

22 febbraio
 
Il galateo del politicamente corretto non risparmia nemmeno la comunicazione relativa alla nuova emergenza sanitaria dovuta al virus Covid-19. Ma non è difficile da decodificare.
«Niente allarmismi» è la formula base e sottintende un generico invito a grattarsi i coglioni, al momento la misura di prevenzione più efficace messaci a disposizione dalla scienza.
«No alle discriminazioni» è uno slogan ormai buono in ogni circostanza e preannuncia uno sbarco in grande stile del virus dalle nostre parti, ricordandoci al tempo stesso che non possiamo prescindere dai nostri doveri d'accoglienza, anche a costo di infliggerci sonore martellate ai coglioni di cui sopra.
«La situazione è sotto controllo» significa che siamo fottuti, e a me non resta che andarmi a rileggere L'ombra dello scorpione.

 

12 febbraio
 
Non si cambia, si invecchia. Tutto qui.

 

4 febbraio
 
I trasgressivi di ieri sono i censori di oggi.

 

30 gennaio
 
Questi ultimi giorni di gennaio, con qualche relitto del Natale appena trascorso che ancora si scorge per le strade, con quest'atmosfera sospesa tra un passato così impresso nei nostri gesti e un futuro così misterioso nelle nostre intenzioni, induce a pensieri di solitudine, come se ci fosse bisogno di restarsene in disparte a riflettere sull'urgenza del tempo, sulle sue dolenti imperfezioni.

 

25 gennaio
 
Nelle giornate giuste, al di là di queste montagne, si può vedere il mare.
In quelle ancora più giuste, attraversando queste montagne, si può raggiungerlo, il mare.
In quelle sbagliate si può prendere il largo e non tornare mai più.

 

18 gennaio
 
Siamo abituati a pensare che attraverso le parole diamo un nome alle cose, ma non sempre è così, nel caso delle invenzioni umane, ad esempio, il processo si inverte, sono le cose a dare sostanza alle parole.
Tutte le innovazioni scientifiche e tecnologiche, anche e soprattutto le più importanti, sono precedute da un'elaborazione concettuale, quindi veicolata dal linguaggio: le parole le descrivono, le spiegano, le identificano prima ancora che si materializzino.
Insieme alla postura eretta e al pollice opponente, lo sviluppo del linguaggio è stato un fattore decisivo per l'evoluzione della nostra specie, forse il più decisivo.
Dovremmo ricordarcene in un'epoca in cui troppo spesso il linguaggio è svilito, minimizzato, ridotto a slogan o a frasi ad effetto, e in cui le generazioni più giovani patiscono un significativo impoverimento del proprio bagaglio lessicale.
E invece le parole sono un tesoro. Un tesoro che per di più non costa nulla.

 

13 gennaio
 

 

11 gennaio
 
Arriva un momento in cui il mondo, con le sue soverchianti certezze, le sue prospettive a senso unico, i suoi pregiudizi alla rovescia imposti per decreto, ti fa sentire tutto il disagio riservato a chi si ostina a ragionare con la propria testa.
Se dovessi dare una definizione di solitudine, direi che è ciò che si prova in quel momento.

 

2 gennaio
 
Papetto Bergoglio prende a sberle una fedele che in Piazza San Pietro lo tira a sé un po' troppo bruscamente e da parte degli atei devoti di sinistra è tutto un fiorire di prese di posizione in difesa del pontefice.
Fosse capitato a quel "fascista" di Ratzinger, avremmo sentito dagli stessi parole di tutt'altro segno: come minimo lo avrebbero definito manesco, sessista e razzista (date le origini orientali della donna colpita).
Rimpiango i tempi in cui i papi si astenevano dal fomentare fazioni politiche, ammesso che ci siano mai stati.

 

1 gennaio
 
Non ci sono più gli anni nuovi di una volta.