2017
31 dicembre
A guardarsi indietro, giunti al capolinea di un anno sconclusionato come questo, uno si accorge che il mondo non è neanche tanto più brutto o più triste o più pericoloso di prima. È diventato solo più scemo.
24 dicembre
Quando verrà Natale tutto il mondo cambierà, ripeteva ossessivamente una vecchia canzone.
Il Natale di quando ero ragazzino cambiava davvero tutto, tutto si trasformava, si illuminava, si colorava, ad imitazione di un universo fiabesco; era un tempo sospeso in cui il mondo pareva fermarsi per celebrare quell'evento speciale, si stava insieme, si festeggiava, perché non si poteva o voleva fare altrimenti.
Oggi che la mia famiglia sono i lacci delle mie scarpe, il Natale è un giorno come un altro, o giù di lì, le luci e i colori ci sono ancora, tuttavia hanno perso il fascino dell'ineludibilità, sono belli a vedersi, forse più belli e brillanti di allora, ma sono la maschera imbellettata di una realtà incolore; le musiche e i suoni, l'eco di un vento remoto che reca con sé l'ineludibilità dei ricordi, l'unica ancora possibile.
16 dicembre
Il futuro ha il cuore in gola, e il presente tace.
8 dicembre
Il nuovo moralismo "progressista", quello di matrice politically correct/femminista/gaytsta, si distingue dal vecchio, rassicurante bigottismo di una volta, per la pretesa di sostituire l'eterodossia non con l'ortodossia ma con una diversa eterodossia, quest'ultima ritenuta d'imperio dal pensiero conformista dominante come l'unica degna di essere seguita.
Che poi, gira che ti rigira, il bersaglio di tutto questo polverone mediatico, di questa incessante campagna di stampa che prende spunto dalla vita vera per imbastire una distopia da incubo, in cui episodi statisticamente trascurabili diventano la regola, è sempre il maschio eterosessuale, la bestia nera, il demonio munito di fallo anziché di forcone, scaturigine di tutti i mali della società, quello che a detta della seconda carica istituzionale italiana, dovrebbe chiedere scusa alle donne, senza distinzione di colpe o di responsabilità, rispetto a fatti pur gravi di cronaca nera (che sono ormai cronaca politica), probabilmente per il fatto stesso di esistere.
È un'interpretazione della realtà che in qualsiasi altro campo farebbe gridare allo scandalo del politicamente scorrettissimo, ma che nel caso di specie diventa prassi consolidata, metodo di indottrinamento sociale, imbarbarimento culturale spacciato per pensiero illuminato, cazzeggio che sale sulla cattedra e dispensa lezioni, ma non accetta di essere contraddetto. Però si contraddice di suo, continuamente.
26 novembre
La vita può essere bellissima, mi dicono.
18 novembre
La percezione del reale, così come ci viene propinata dal sistema dei media, è sottoposta sempre più al filtro accurato ed implacabile che ne fa una riproduzione di ciò che si vuole indurre a credere che sia anziché al racconto di ciò che è (o perlomeno tale appare).
Così il resoconto costante, ossessivo, di certe dinamiche sociali, di certi reati "di moda", quelli a cui bisogna dare ampio risalto sempre e comunque, anche se si tratta di episodi minori, testimonianze di conflittualità marginali; la predica su certi comportamenti che secondo un'etica strampalata, talvolta capovolta rispetto a quella corrente (un tempo), devono essere assolutamente incentivati, rispetto a quelli che, sempre secondo quest'ordine morale calato da un'autorità che non esiste formalmente ma si appalesa ugualmente inesorabile, vanno regolarmente scoraggiati, esecrati, concorrono a comporre un concetto di informazione volto a formare piuttosto che ad informare, ad imporre una precostituita visione del mondo anziché contribuire alla formazione della propria, personale visione del mondo di ciascuno di noi, con un risultato non tanto lontano dalla visionaria distopia di George Orwell.
La vera tragedia è che gli anticonformisti sono diventati i peggiori conformisti: hanno fatto del proprio anticonformismo la nuova ortodossia.
8 novembre
Avevo tanti sogni nel cassetto.
A chi me li ha rubati voglio dire: potreste almeno restituirmi il cassetto, per favore?
21 ottobre
Giorni addossati al muro
in attesa di un raggio di sole.
15 ottobre
Poi una sera stai tornando a casa e pensi che il mondo non è più la tua casa, ammesso che lo sia mai stato. Ti senti addosso un senso di solitudine che ti avvolge come una coperta bagnata e pesante, come una trappola meschina che ti serra la mente e non ti dà vie di scampo, tale da non provare nemmeno il conforto di se stessi, della propria identità, della propria memoria, perciò ti chiedi se è il mondo ad essere cambiato troppo o tu troppo poco.
Finché gradualmente, fatalmente, quella sensazione svanisce, ti accorgi di come ti basti un nonnulla per distrarti, per farti riassorbire dalla tua vita, e comprendi che la tua vita, appunto, è un flusso incessante in cui non c'è un prima e un dopo, un sempre e un mai, ma solo un'occasione o una costrizione continua al cambiamento, anche quando tutto sembra fermo ed immodificabile, e allora ti resta solo una domanda: al servizio di chi o di cosa, verso chi o cosa non smettiamo di muoverci?
3 ottobre
Ciò che non mi uccide potrebbe sempre riprovarci.
27 settembre
Raccontare non raccomando
è attività di cui sfugge il senso
presa in carico di vite altrui
e di sogni dissanguati
tra le lame del disincanto;
è burocrazia di sentimenti
inventario di vetri rotti
passaparola di luoghi e di incontri
in cui ti perdi se non stai attento
ma se stai attento non c'è più gusto;
è caravella di mari aperti
il cui orizzonte è segnato per sempre
da una parola che suona fine,
foglio bianco che annuncia la resa
perché c'era ancora qualcosa da dire
qualcosa che resta segreto
o è tornato per un giorno bambino.
Perciò mia vita ti prego fai in modo
che a raccontarti non sia nessuno.
(dedico questa poesia al mio amico Dom, che me l'ha involontariamente ispirata)
21 settembre
Quelli che hanno realizzato i sogni che avevo io, li posso almeno citare per plagio?
13 settembre
- Si comincia a vedere la luce alla fine del tunnel.
- E dopo cosa c'é?
- Un altro tunnel.
4 settembre
Sono credente a fasi alterne: ho un disturbo bipolare della religiosità.
28 agosto
Vado in tribunale per fare delle copie uso notifica, ma mi dicono che il funzionario a cui spetta di firmarle è in ferie. Peccato che sia in ferie anche il funzionario che lo sostituisce quando lui è in ferie.
22 agosto
Quando si nasce predestinati alla felicità o alla infelicità, tutto quello che in seguito potremo fare noi, nel bene e nel male, tutto quello che potrà capitarci, nel bene e nel male, sortirà solo effetti marginali.
16 agosto
Qualche tempo fa ho scritto un racconto, Raccolta differenziata (poi incluso nell'ebook Il ponte chiuso - sette racconti senza via d'uscita, pubblicato quest'anno) in cui un'anziana professoressa viene uccisa e fatta a pezzi, e i resti del suo corpo vengono ritrovati nei contenitori dell'immondizia, secondo un preciso rituale che, nella logica dell'assassino, doveva assecondare l'ossessione della vittima per la raccolta differenziata a cui fa riferimento il titolo.
A Roma è accaduto qualcosa di analogo: una donna assassinata - a quanto sembra - dal fratello, è stata ritrovata un pezzo alla volta, per così dire, nei cassonetti dei rifiuti: prima le gambe, poi il resto.
Non so se in questo caso l'omicida abbia agito pure lui in base a una qualche contorta logica, e se sì quale, resta il fatto che l'analogia con la storia frutto della mia immaginazione mi ha un po' turbato.
In un mondo in cui la cronaca fa a gara con la fantasia più o meno macabra degli scrittori, bisognerebbe forse aggiornare la formula in uso nei libri secondo cui è da considerarsi puramente casuale ogni riferimento alla realtà, aggiungendo "anche quella prossima ventura". Non si sa mai...
9 agosto
A Vicalvi hanno scelto una mia foto per il manifesto che presenta le manifestazioni estive del 2017. Ne sono compiaciuto e gli auguro un'ottima riuscita. D'altronde in questa zona ci sono borghi bellissimi che meriterebbero di essere adeguatamente pubblicizzati.
7 agosto
Siamo come marinai costretti sottocoperta durante una burrasca. Solo che qui l'avversità climatica ha le sembianze demoniache dell'afa. Della siccità. Del fuoco che divampa un po' ovunque e mette a repentaglio intere comunità, costringe a chiudere strade, ad interrompere collegamenti, ad ingaggiare una lotta aspra e senza tregua per averne ragione.
Sembra lo scenario di un film apocalittico e poco ci manca, in effetti.
La "bella stagione", che ancora qualcuno si ostina ad attendere con ansia, è, ogni anno di più, un incubo senza senso, una tortura vana quanto spietata che si accanisce su tutti, almeno su tutti quelli che non hanno la fortuna di poterla trascorrere in Antartide.
È una delle cose che più odio al mondo. Di un odio puro, senza sfumature.
È una fornace da cui stare il più possibile alla larga; una traversata nel deserto da consumare restando fermi ad aspettare che passi, che passi questo tempo inutile.
26 luglio
Ormai in Italia quando uno dice una cosa di buon senso poi è costretto a scusarsi. Sparare cazzate, in compenso, è perfettamente in linea con lo Zeitgeist.
22 luglio
La bravura di uno scrittore sta nel far credere al lettore che ci sia un senso nelle cose che scrive anche quando scrive cose senza senso.
Io qualche volta ci riesco: l'ho appena fatto.
14 luglio
Ho deciso di morire. Credo che vivrò abbastanza a lungo da riuscirci.
8 luglio
Qualcuno pensa che siano rimasti così dai tempi della seconda guerra mondiale. Altri ipotizzano l'azione di qualche misterioso fenomeno geologico ancora privo di spiegazione. I più sono convinti che si tratti semplicemente dell'effetto di anni e anni di incuria e menefreghismo strutturale da parte delle diverse amministrazioni comunali succedutesi nel tempo.
Macché.
La realtà è ben diversa e ben più sofisticata di quanto menti ingenue e assuefatte al catastrofismo populista possano concepire.
I marciapiedi di Cassino non sono una conseguenza, sono una finalità. Non sono il risultato di ciò che si sarebbe potuto fare e non si è fatto, ma l'esito di una precisa scelta urbanistica, di più, di un'ardita contaminazione artistica che si è diffusa a macchia d'olio ormai in tutta la città.
Con le loro buche strategiche, i loro crepacci fino al centro della Terra, i pendii repentini, i rigonfiamenti inaspettati, i saliscendi a strapiombo, i percorsi tanto obbligati quanto tortuosi, le interruzioni senza senso, le stalagmiti d'asfalto, le fenditure azzannatacchi, le prominenze sbalzasuole, i marciapiedi di Cassino sono un progetto futurista, un'imponente installazione a cielo aperto.
Viste dall'alto, le loro apparenti imperfezioni compongono arabeschi dalle linee di geometrico stupore, i loro avvallamenti e ingobbamenti, degni del tracciato elettrocardiografico di un aritmico congenito, disegnano un'orografia immaginaria che rimanda ai luoghi della nostra infanzia, ai regni favolosi narrati nelle fiabe e nei romanzi d'avventura.
Una grande risorsa turistica mai valorizzata appieno, uno smisurato pozzo di creatività che aspetta solo di essere compreso ed apprezzato in tutte le sue infinite potenzialità.
Pensaci, o viandante, se dovessi capitare da queste parti, pensaci la prossima volta che ti slogherai una caviglia o ti fratturerai la tibia o il perone (o entrambi): potrai sempre dire «l'ho fatto per l'arte, l'ho fatto per la cultura!»
3 luglio
Novantadue minuti di applausi. Ma per davvero.
foto: Repubblica
23 giugno
Capita che il cielo si rabbui come per un'eclisse, repentinamente e completamente, non fai in tempo a fare le valigie, sei già salito sul treno e il treno sta partendo, e non puoi nemmeno raggiungere chi stai inseguendo lungo il viale alberato, perché è sempre un metro davanti a te anche se ti sembra di essere tu il più veloce.
A volte la vita è fatta di fotogrammi che si susseguono incoerenti come in un film surrealista, e distillarne il senso sarebbe come svelare il trucco banale di un effetto speciale.
14 giugno
E se l'idiozia di quelli che si oppongono ai vaccini fosse un effetto collaterale dei vaccini?
9 giugno
Bisogna avere pazienza, nella vita. Se si sa aspettare, i risultati arrivano. Tutto piano piano si aggiusta, ogni tessera va al suo posto, ogni cammino giunge alla sua conclusione, ogni strada che sembrava interminabile ci conduce infine alla meta anelata.
È stato così per tanti fenomeni sociali che parevano impossibili da sradicare, noi italiani ne sappiamo qualcosa. È stato così per i terroristi politici degli anni '70, ad esempio, o per i mafiosi in guerra contro lo Stato: hanno fatto il cazzo che hanno voluto per anni ed anni, hanno ucciso, sterminato, torturato, seminato il panico, diffuso angoscia e apprensione, costretto le autorità ad accordi e patteggiamenti più o meno sottobanco, eliminato i migliori uomini di legge di questo paese, trucidato preti, giornalisti, politici, imprenditori, professionisti e semplici malcapitati trovatisi per caso al posto sbagliato nel momento sbagliato, ma vuoi mettere la soddisfazione di poter dire che alla fine abbiamo vinto noi?
E sarà così anche per il terrorismo di matrice islamista. Calma e sangue freddo, questo ci vuole.
La calma è la virtù dei morti.
1 giugno
I sogni sono tunnel di luce scavati nel sonno.
23 maggio
A commemorare siamo tutti Capaci.
17 maggio
La vita è piena di sorprese prevedibilissime.
11 maggio
La vita è come un treno. Per alcuni solo posti in piedi. Per altri accanto al finestrino, a guardare dietro un vetro il mondo che scorre via senza poterne fare parte veramente. Altri ancora, seduti al contrario del senso di marcia, si accontentano di farsi trascinare verso un orizzonte che non vedranno mai.
Poi ci sono quelli che scendono troppo presto, e sbagliano stazione. E quelli che sbagliano stazione perché scendono troppo tardi. Per non parlare di chi scende alla stazione giusta, ma si accorge che è sbagliata lo stesso.
Quelli che salgono senza biglietto, e nessuno gliene chiederà mai conto, quelli che fanno il biglietto per un treno che non partirà (e quasi mai è previsto il rimborso).
Quelli che trovano sempre qualcuno alla stazione ad aspettarli, e quelli che sperano che non ci sia nessuno ad attenderli, e di notte attraversano la stazione furtivi e silenziosi come cani senza padrone.
E infine ci sono quelli che vanno alla stazione solo perché gli piace stare ad osservare, e magari a raccontare, l'umanità che gira intorno, che corre, che sgomita, che si cerca, che si abbraccia, che saluta dal finestrino, che porta valigie pesanti, che viaggia senza bagaglio e senza una meta, che vaga in cerca di risposte, che sa sempre dove andare, che ogni tanto si ferma a riposare, che può capitare ti sorrida senza un perché.
Io sono tra questi. E a volte mi basta incrociare quel sorriso per sentirmi bene.
3 maggio
Chi resta in attesa degli eventi punta al massimo a un pareggio.
25 aprile
Appartengo a una generazione educata a pensare di poter vincere le sue guerre combattendo le guerre anziché nelle guerre.
17 aprile
Ho calpestato troppe margherite, la mia condanna è l'esilio dalla semplicità.
9 aprile
Grandina luce di luna
su una notte di alta marea
e di vita smarrita.
3 aprile
Io ci ho provato a fare della vita che avevo a disposizione la mia vita, ci ho provato a costruire giorno dopo giorno quell'attimo di intensità infinita che ti fa dire grazie di essere vivo.
Ci ho provato, ma non è mai stata mia, la mia vita.
La mia vita appartiene agli incontri inescusabili, alle occasioni imprigionate, ai tuffi spericolati in acque dentro cui non c'era nessun tesoro da scovare sul fondale.
La mia vita appartiene ai tuoi occhi mentre mi sorridi, e lo farai per sempre, ai miei giorni pieni di partenze in mente che non ci sono state mai, ai fuochi spenti sul nascere, ai nemici di tutti i giorni e a quelli che si affacciano ogni tanto per vedere se hai bisogno di loro, agli amici di tutti i giorni e a quelli che si affacciano ogni tanto per vedere se hanno bisogno di te.
La mia vita appartiene alle parole, tante parole, troppe parole, sempre, ovunque, comunque parole, come stelle, come frammenti di un'esplosione, come disordinati corpi astrali, come frantumi di un mondo estinto di cui resta solo, se resta, il racconto.
La mia vita appartiene al mare, è una barchetta tra le tante, perennemente in cerca di un approdo che non arriverà, però con la bonaccia torna ancora la voglia di scrollarsi di dosso il sale delle lacrime o della salsedine, di guardare oltre quel segno, bisbigliare a mezza bocca una speranza che giunge all'imbrunire ma poi s'arena in qualche incaglio del nostro passato, in qualche latitudine irraggiungibile del nostro avvenire che continua a venirci incontro con la sue malie di terra smisurata e misteriosa.
Perché tutto ha una fine, si sa, tranne la fine.
Perché forse un giorno nascerà qualcuno che ripeterà i miei stessi errori, riceverà i miei stessi doni, dormirà i miei stessi sogni, percorrerà strade che un tempo si incrociarono con le mie, e crederà di sentirsi unico.
26 marzo
Restare sempre fedeli a se stessi è il massimo della pigrizia.
18 marzo
Viviamo in una società che ama alla follia l'inconsistenza, la vacuità dei contenuti, che si esalta di fronte a un libro qualsiasi di Chiara Gamberale, tanto per dire, e ne decreta un successo misterioso; che prende sul serio il lavoro di una fashion blogger - cioè una che per lavoro si dedica a un hobby - e la farcisce di soldi peggio di un tacchino il giorno di Natale; che anela di visualizzare puttanate pseudo musicali che scorrono per immagini su Youtube, forse perché su Youporn gli utenti hanno gusti più raffinati.
È una società che andrebbe studiata, psicanalizzata, se non fosse che anche la psicoanalisi è divenuta spunto per vendere libretti insulsi accompagnati da poltronate televisive dei loro autori che danno l'impressione di credere per davvero ai concetti da temini di terza media di cui sono esternatori.
Forse aveva ragione Sartre a dire che l'inferno sono gli altri, se gli altri sono sempre di più vicini di pianerottolo con cui si può condividere tutt'al più il pianerottolo.
L'infelicità si nutre di insipienza.
12 marzo
Se l'universo è infinito, com'è che quelli che guidano a trenta all'ora capitano tutti davanti a me?
8 marzo
Ecco qualcuna delle verità dogmatiche, pronunciate dalle massime autorità dello Stato e non suffragate da alcun evidente riscontro, nel giorno che celebra la più trita retorica fine a se stessa (della serie: se lo dici tu...): "Vi ringrazio [rivolto ovviamente alle donne] per la vostra quotidiana e spesso faticosa azione in favore di una società più equa, più accogliente, più solidale, più integrata " (?) - Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica; "Le donne danno alla società più di quanto ricevano in cambio" (?) - Sergio Mattarella; "Difendere i loro [delle donne] diritti, la loro tutela, il loro lavoro, il loro inserimento nei processi decisionali significa aprire concretamente prospettive di pace" (?) - Sergio Mattarella; "Deve cessare lo spreco di talenti e di risorse culturali, professionali, civili che le donne possono dare a se stesse e alla collettività" (?) - Laura Boldrini, Presidente della Camera dei deputati.
Se ne deduce che le donne, solo perché donne e a differenza di quegli scansafatiche, guerrafondai, intolleranti, incompetenti dei maschi, sono tutte, ma proprio tutte, la quintessenza della perfezione.
Non me ne ero mai accorto.
4 marzo
Vorrei rinvenire il nucleo, l'ultimo (o il primo) stadio della mia identità, quello che si disvelerebbe una volta eliminate le incrostazioni dei ricordi, dei condizionamenti sociali e di quelli culturali, dell'educazione, della diseducazione, degli autoconvincimenti, delle suggestioni, delle abitudini, delle stratificazioni subliminali dovute ai mutamenti chimico-fisici determinati dal passare del tempo, o dagli agenti esterni, o dai silenzi, o dalle parole, o dalle immagini mute impresse nella memoria, o dai suoni parziali e indecifrabili in un'ora di buio.
Vorrei tirare fuori quella capsula primigenia, quell'atomo inscindibile e immodificabile fatto a mia sola immagine e somiglianza, ciò che invariabilmente, inevitabilmente fa di me me.
O forse rischierei di trovare solo una pagina bianca?
26 febbraio
Gli scissionisti del PD hanno dato vita a DP. Adesso manca solo R.S. segretario (dove R.S. non sta per Roberto Speranza ma per Rocco Siffredi, ovviamente).
Poi dice che uno si butta a sinistra...
21 febbraio
Ho un account su Facebook che non mi ha mai procurato insulti, manifestazioni di odio, minacce o diffamazioni.
Ahimè, non ci riesco proprio a stare al passo coi tempi.
17 febbraio
I vizi sono contagiosi, le virtù quasi mai.
Io, per sicurezza, mi sono vaccinato sia contro gli uni che le altre.
4 febbraio
Qualche volta è capitato anche a me di vederla, attraverso una feritoia tra le mura alte della mia vita, l'ho vista filtrare, quella lama di luce, così vivida, pura, incandescente; e ho cercato di afferrarla, tenerla con me per capire cosa fosse veramente, come se si potesse afferrare la luce, come se si potesse trattenere ciò che è fugace per natura.
Solo con il tempo si intuisce, la felicità.
Quando è già ricordo di un tempo minuscolo e incommensurabile.
29 gennaio
Vorrei Raggi alla Casa Bianca e Trump in Campidoglio.
Giusto per vedere che succede.
Tanto, peggio di così...
24 gennaio
Trumpismo: è nato prima l'uovo o la gallina? L'importante è che siano nati in America.
18 gennaio
È un italiano il nuovo presidente dell'europarlamento tedesco.
13 gennaio
Tornano finalmente i Baustelle ed è tutta un'altra musica.
Con una copertina anni '70, veri epigoni del neorealismo musicale di quegli anni, magistralmente sospesi, come sempre, tra modernariato e modernità, con echi sorprendenti e citazioni inaspettate (il primo Battiato, gli Oliver Onions, il Baglioni de I vecchi e Pace), fanno strame del marciume radiofonico corrente con la spietata lucidità interpretativa di suoni e parole che raccontano la realtà senza sconti e senza pudori, coniugando tagli da cronaca nera e sviluppi visionari di rara poesia, il fango e l'arcobaleno, la violenza e l'amore.
C'è di che restarne inquietati e consolati insieme (tra Gesù Bambino e l'Uomo Nero).
3 gennaio
Aveva un ego talmente smisurato che riusciva a fare ombra perfino a se stesso nei giorni di pioggia.