2015
31 dicembre
A quelli che hanno molto da lasciare indietro e a quelli che hanno solo da sperare nel futuro; a chi è cambiato, costretto dalle circostanze e a chi è riuscito a cambiare le circostanze; agli artefici del proprio destino e talvolta anche di quello degli altri; ai ladri d'infinito, che sanno fuggire appena in tempo; ai ladri di sentimenti, che aspettano solo di essere colti sul fatto; a chi ha scommesso su se stesso, e forse era un azzardo; a chi ha scommesso sugli altri, ed è sempre un azzardo; ai navigatori solitari che non hanno paura delle stelle; agli esploratori di umanità che non hanno paura dell'ingratitudine; ai poeti distratti che lasciano i loro versi nell'animo di chi non li ascoltava; agli ardimentosi depositari di indicibili segreti e a quelli che non hanno bisogno di segreti; ai primi della classe di qualsiasi età, convinti di avere in tasca ogni verità; a chi nelle tasche ha un biglietto scaduto per un treno mai partito; agli entusiasti, ai fortunati; ai frastornati; ai bisognosi; agli appagati.
A tutti e a me stesso auguro un anno pieno di vita, purché la vita non diventi mai abitudine.
20 dicembre
Caro Babbo Natale,
non so se ti ricordi di me, sono il ragazzino che l'anno scorso ti ha chiesto la Playstation ma tu gli hai portato una racchetta da tennis; andava bene pure quella, però mi sa che hai fatto un po' di confusione.
Quest'anno, tuttavia, visto che ho quasi finito le elementari e, come dice mia madre, sto diventando un ometto, vorrei chiederti qualcosa di diverso dal solito: un futuro da paraculo.
Per esempio mi piacerebbe un giorno diventare come il signor Tarcisio Bertone, di professione cardinale. Il signor Bertone di soldi deve averne veramente parecchi, perché anche mamma e papà quando arriva Natale fanno un po' di beneficenza, ma al massimo possono permettersi di elargire quindici euro, non centocinquantamila come vuole fare lui. E 'sti cazzi!, direbbe mio nonno.
Però non ho ben capito in che consiste il lavoro di cardinale, so soltanto che bisogna vestirsi in modo buffo, con una lunga gonna rossa, e si va in giro a dire cose gentili a cui nessuno crede. Insomma, una specie di maschera di Carnevale, ma tutto l'anno.
Un altro mestiere che mi piacerebbe fare è il ministro. I ministri fanno questo gioco divertentissimo, il gioco della tragedia che si poteva evitare. Ogni volta che succede una tragedia che si poteva evitare, si riuniscono e dicono "basta, non deve più accadere, faremo una legge". E poi non fanno niente. Qualche tempo dopo succede di nuovo una tragedia simile alla precedente e loro di nuovo si riuniscono e dicono "basta, non deve più accadere, faremo una legge". E poi non fanno niente. E così via all'infinito.
Li intervistano in tv, e stanno tutti seri e compunti, ma si vede che se la ridono sotto i baffi, per averci fregati un'altra volta. Che figata!
Ma forse il lavoro più da paraculo è quello di avere le amicizie giuste. Come quella ragazzetta senz'arte né parte che somiglia alla donna che viene a lavare le scale nel mio palazzo. Lei, grazie alle amicizie giuste, era riuscita a farsi assumere addirittura dal papa in persona, e credo non per lavare le scale.
Ma come si fa ad avere le amicizie giuste? Cioè, non è che uno si alza la mattina e dice "ciao, io esco, mi vado a fare un paio di amicizie giuste". Forse c'è una scuola che te lo insegna, o forse bisogna iscriversi a qualche apposito sito di incontri, tipo quello che frequenta mio papà all'insaputa della mamma (ma lui lì ha solo amiche femmine, non so perché).
Comunque sia, caro Babbo Natale, io mi affido a te.
Che poi anche tu, in quanto a paraculaggine, stai messo bene: lavori un giorno all'anno, e gli altri trecentosessantaquattro te ne stai per i fatti tuoi a lucidare le renne o a lisciarti la barba.
Non è che per caso hai bisogno di un assistente?
12 dicembre
Mio padre è una brava persona, dice la ministra di cui c'è chi invoca le dimissioni perché indirettamente coinvolta nello scandalo delle banche che vendevano spazzatura ai propri clienti spacciandola per buoni affari.
Non so se sia giusto che le colpe dei padri ricadano sulle figlie ministre, però la difesa della signora mi pare un tantino poco tecnica. Forse un maggiore approfondimento, un maggior sforzo di persuasione non guasterebbe. Perché a voler semplificare troppo, i dubbi restano. Come se io ne traessi la conclusione che un buon papà non può avere per figlia che una buona donna. Qualcuno potrebbe farsi strane idee.
2 dicembre
Talvolta per stare al passo coi tempi occorre indossare scarpe vecchie.
24 novembre
Ho ascoltato molti opinionisti, politici, intellettuali non avere alcuna cosa sensata da dire ma dirla lo stesso. Come i terroristi, sparano anche loro. Cazzate.
È una guerra impari.
15 novembre
Dopo l'ennesimo attentato di matrice islamista nel cuore dell'Europa, i governi occidentali stanno alacremente lavorando per individuare la risposta più dura ed efficace atta a respingere la sanguinaria offensiva jihdista: c'è chi propone una devastante marcia della pace lungo le strade di Parigi, ma c'è il rischio che un'iniziativa del genere, già presa in passato, possa irritare i vertici del califfato che si aspettano giustamente qualcosa di inedito con cui confrontarsi; c'è chi scommette su una serie di raid di preghiera nelle parrocchie di tutto il continente, ma c'è il problema che un'azione di tale furia devastatrice possa risultare non politicamente corretta, in quanto escluderebbe la partecipazione di ogni altra confessione, setta, confraternita, loggia segreta, associazione culturale, bocciofila di diverso orientamento religioso; qualcuno è convinto che la soluzione più incisiva non possa che passare attraverso la sottoscrizione (con inchiostro simpatico, non si sa mai) da parte dei maggiori intellettuali di tendenza, di un documento in cui si chiede, con il dovuto rispetto, ai feroci guerrieri pronti al martirio di rinunciare, se possibile, all'uso della violenza "perché non si fa così, pare brutto", sperando ovviamente che tali parole di inusitata spietatezza non siano fraintese generando sentimenti razzisti e xenofobi.
In ogni caso si tratterà di una lotta senza quartiere, anche perché i quartieri verranno lasciati a disposizione dei combattenti kamikaze per le loro rutilanti manifestazioni pirotecniche.
12 novembre
Pensierino montecassinese: dall'estasi (divina) all'ecstasy (e non solo).
1 novembre
Dopo attenti ed approfonditi studi, a seguito di analisi sistematiche condotte su ampio e rappresentativo campione epidemiologico, sentito il parere illuminante dei maggiori esperti in materia, considerati i numerosi riscontri pervenuti dagli esami clinici effettuati sia localmente che su scala internazionale, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che l'Organizzazione Mondiale della Sanità nuoce gravemente alla salute.
24 ottobre
Più che abolire il reato di eccesso di legittima difesa, bisognerebbe introdurre quello di eccesso di illegittima retorica (e già che ci siamo anche l'aggravante di banalità fraudolenta), pericolosissimo perché non crea alcun allarme sociale.
14 ottobre
Dal bicameralismo perfetto al bicameralismo inutile.
L'Italia cambia verso (ma per finta).
11 ottobre
Il ricordo dell'estate somiglia a quello di certi romanzi letti senza aver capito ancora un buon motivo per averlo fatto.
3 ottobre
Dunque la modernità consta di un inarrestabile ribaltarsi di certezze e consolidati convincimenti, dove i nemici di ieri possono diventare gli amici di oggi, i conservatori di un tempo trasformarsi nei nuovi riformisti (e viceversa), certi sogni scoppiare come bolle di sapone e antichi oscurantismi dare stimolo a nuove opportunità.
A tale rincorrersi di idee e contenuti, di apparenze che si sostanziano e ripensamenti che si moltiplicano, sono funzionali perfino gli strumenti tecnologici ormai indispensabili alla vita di tutti i giorni, che mutano e si aggiornano di continuo, quasi a rimarcare anche visivamente, anche graficamente questa insopprimibile esigenza di precarietà.
Viviamo una realtà 2.0, perennemente in bilico tra upgrade e nuove estensioni, tra ideologie fuori moda costrette a rendersi irriconoscibili pur di sopravvivere, nuovi ismi che si sostituiscono ad altri, ma sempre estremismi sono, sempre come fanatismi si presentano.
Il rischio, per tutti, è quello di non reggere il ritmo di questi forsennati stravolgimenti.
O è una speranza?
25 settembre
Le stagioni dell'anima talvolta sono in sincrono con quelle astronomiche, si crea un connubio struggente tra le abitudini che cambiano e i sentimenti che si trasformano; gli abiti, i colori del giorno, i sapori, i gesti lentamente mutano e con essi i pensieri che crediamo di dominare e che invece troppo spesso ci dominano.
Le stagioni, anche quelle dell'anima, hanno leggi di natura a cui stentiamo ad adeguarci. Perdiamo il passo, restiamo indietro.
Ci illudiamo di poter fermare almeno il nostro tempo interiore, che crediamo imperfetto, ma è quasi sempre lui ad avere ragione, nel bene e nel male.
Così ci arrendiamo, e chiamiamo questa resa rinnovamento.
16 settembre
L'altruismo è una forma di narcisismo a fin di bene.
5 settembre
Ieri ho letto una scritta lasciata su un muro da una mano anonima: qui stiamo alla frutta e manco è buona.
Mi pare una sintesi sgangherata ma perfetta del momento che stiamo vivendo.
26 agosto
Esiste il destino? Questa specie di forza soprannaturale capace di determinare gli eventi essenziali della nostra vita, di scegliere al posto nostro fortune o sfortune, di combinare incontri decisivi o farli fallire all'ultimo momento.
Forse siamo troppo presuntuosi a pretendere tanto: davvero a qualcuno o a qualcosa, al di fuori di noi, interessa decidere delle nostre esistenze?
Il caso (l'antagonista naturale del destino, o forse proprio ciò che noi chiamiamo destino) ha una sola regola, quella di non avere regole, e a noi - che invece di regole ci nutriamo, convinti che ci aiutino a vivere meglio e a capire meglio la realtà - questa pare una schematizzazione inaccettabile, e vorremmo corromperla.
Ci ingegniamo a dare significati non necessari e spiegazioni non richieste, perché è l'unico modo che abbiamo per sottrarci a una verità che ci fa sentire smarriti: la vita, nel bene e nel male, è di una semplicità sconcertante.
17 agosto
Le buone fotografie non trattengono i ricordi, li inventano.
9 agosto
Vengo a sapere improvvisamente che sei morta. Da tempo.
Eri una di noi, appartenevi alla mia vita come tutti quelli che per brevi tratti o più a lungo ne hanno fatto parte. Avevi una vitalità mai invadente, un senso dell'ironia e dell'autoironia che facevano di te una ragazza vera, un'amica affidabile.
Ti ricordo com'eri allora, perché per il resto della tua vita veloce appartenemmo a mondi diversi.
Povera, piccola teenager di un tempo nascosto nella sabbia del tempo che è stato.
25 luglio
Un temporale estivo: pioggia benefica che dura troppo poco e talvolta lascia danni sproporzionati alla sua durata.
Come succede con certi amori, se mai lo furono.
19 luglio
La bolla di caldo africano in Europa ne uccide più dell'Isis.
Prima di scatenare dispendiose guerre di religione basterebbe, a volte, consultare il bollettino meteorologico.
10 luglio
Chiamato a decidere con un referendum, il popolo greco si esprime a gran maggioranza contro la sottoscrizione dell'accordo imposto dalla UE per scongiurare il default del paese, accordo giudicato troppo duro e punitivo, severamente in linea con quella politica dell'austerity tanto cara ai volenterosi carnefici di Merkel che ha sfracassato i coglioni a milioni di continentali.
Tripudio di bandiere, lodi al coraggio dei greci, canti e balli per le strade di Atene, alleluia.
Poi però il governo ellenico - lo stesso governo che aveva invitato i suoi concittadini a votare no - propone a sua volta ai tecnocrati di Bruxelles un nuovo accordo che è, in sostanza, ancora più stringente di quello respinto al mittente, e ora attende fiducioso una risposta.
Esistono storie che non esistono, direbbe Maccio Capatonda.
28 giugno
Bisogna imparare a convivere: con la crisi economica, con gli attacchi terroristici, con i flussi migratori incontrollati, con gli effetti pericolosi della globalizzazione.
La fine della politica come capacità di trovare risposte ai mali e alle inquietudini che attraversano la società passa attraverso questa soluzione di comodo.
I problemi non si risolvono più, si sopportano.
20 giugno
A furia di parlare alla pancia degli elettori si rischia un consenso da petomani.
13 giugno
Certe volte mi sembra di vivere come uno che cerca di sfuggire a un'apocalisse imminente, tutto si fa più cupo e avvilente in un paese che ha fatto di un'indolente decadenza la sua trama preferita, la sua narrazione ossessiva quanto priva di alternative, per quanto ci si sforzi di immaginare qualcosa di diverso - magari non entusiasmante, ma diverso.
Si sopravvive al peggio, ci si guarda intorno con il timore, che non ci abbandona mai, di scoprire l'ennesima bruttura, l'ennesimo sfregio sociale, l'ennesima complicazione in un percorso già irto di ostacoli inutili quanto funzionali a tenere in piedi un sistema pieno di apparenti contraddizioni, ma in cui i conti, alla fine, per qualcuno tornano sempre.
Appartengo a una generazione che è cresciuta pensando che l'altra faccia del benessere fosse il dover sopportare un certo conformismo omertoso, ora sta venendo meno anche il benessere.
3 giugno
Ok, ho capito. Bisogna salire sulla giostra, e guai a scendere. La vita è movimento.
29 maggio
Tutto sta per cambiare o tutto resterà come prima. No, cambierà comunque qualcosa. Cambia sempre qualcosa, anche quando ci sembra di tornare, prima o poi, all'ordine iniziale.
Perché le tv non ne parlano, perché le radio non lo annunciano, perché sui giornali non c'è scritto niente?
L'universo interiore si muove fuori sincrono, obbligato a meccaniche nuove, attratto verso orbite non ancora decodificate.
Fuori è un giorno qualunque.
19 maggio
Passiamo il cinquanta per cento della nostra esistenza a risolvere problemi, il restante quarantanove per cento a creare le premesse per impelagarci nei problemi nuovi destinati a prendere il posto di quelli superati, e tutto il resto è vita.
8 maggio
Il suono misterioso captato a 36 chilometri dalla Terra, su cui gli scienziati non sono in grado di fornire, almeno per ora, una spiegazione plausibile, lascia aperta ogni ipotesi, persino che si tratti di un qualche tentativo di contatto da parte degli alieni.
Se così fosse, il fatto che si siano "rivelati" ad uno studente americano di nome Bowman, dimostra se non altro che gli extraterrestri sono dotati di un grande senso dell'ironia e di un'ottima conoscenza del nostro cinema d'autore.
Bowman era il nome del protagonista di 2001: Odissea nello spazio.
2 maggio
Io la chiamo Sindrome Da Fregatura Imminente (S.D.F.I.).
Coloro che l'hanno contratta - e non sono pochi - sono convinti che dietro ogni minima anomalia del corso normale degli eventi si nasconda una trappola ai loro danni, alla cura dei propri interessi, e poco importa se non sia dato sapere a chi o a che cosa gioverebbe la suddetta trappola. Un delitto quasi sempre senza movente, insomma, che però scatena le paure e le diffidenze di chi se ne considera potenziale vittima.
Parente stretta della più nota Sindrome Del Complotto - che però ha, per così dire, una visione più ampia e più ambiziosa, mirando a considerare come frutto della macchinazione di poteri oscuri (quanto evidenti solo in quell'ottica) tutti gli accadimenti di portata internazionale, specie se rovinosi, nella cui ricostruzione residuino benché minime zone d'ombra - la S.D.F.I. è persino più pericolosa della sorella maggiore, perché, rivolgendosi a fatti e situazioni minimi, che riguardano la vita di tutti i giorni, spinge chi ne è affetto non semplicemente ad un mero esercizio teorico fine a se stesso, ma anche alla continua predisposizione di contromisure volte a scongiurare il pericolo di cadere nei trabocchetti di cui costui vede disseminato il proprio cammino.
La conseguenza inevitabile per gli ammalati di S.D.F.I. è quella di complicarsi inutilmente la vita (e complicarla a quelli che gli stanno intorno) e, peggio ancora, di ficcarsi spesso in guai reali nel tentativo di evitarne di inesistenti.
La furbizia portata all'eccesso è parente stretta dell'ingenuità, ed è un favore reso ai furbi veri.
25 aprile
Ci sono degli eventi che attraversano la nostra esistenza come dei tornado, ti ritrovi improvvisamente in quella spirale senza sapere nemmeno esattamente come sia successo e ti lasci sballottare un po' ovunque, incapace di stabilire se quella su cui sei salito è una giostra meravigliosa o un gorgo mortale.
Poi, alla fine, come in un soffio tutto si chiarisce, e ti accorgi che la risposta poteva essere una soltanto.
Quando si tratta di prenderti per il culo, la vita non tradisce mai.
11 aprile
Pensierino del misantropo: grazie a tutti quelli che mi sono stati lontani in questo momento particolare.
3 aprile
Qual è il punto di non ritorno, il momento nel quale si può pensare di fare un bilancio della propria esistenza sapendo che di lì in avanti non ci saranno più autentici sconvolgimenti, che l'equilibrio raggiunto è destinato a durare fino alla fine - come un aereo ormai in quota e senza copiloti con intenti suicidi a bordo - tranne lievi ed inevitabili oscillazioni nel corso degli anni a venire?
E se si può stabilire questo punto d'arrivo, vale davvero la pena soffermarsi a riflettere su ciò che è stato e ciò che avrebbe potuto essere? È un gioco fine a se stesso, spesso crudele, talvolta consolatorio, ma che ci conduce sempre ad una conclusione obbligata: se la vita non ha senso, qualsiasi vita ha un senso.
Il problema è se la vita un senso ce l'ha, e noi, inconsapevolmente, l'abbiamo disatteso.
28 marzo
Che fine ha fatto il rock?
Quello vero, duro, incontaminato. Quello chitarra, basso e batteria; quello senza distrazioni e senza distorsioni; quello che non si sentiva vecchio, che non aveva bisogno di mescolarsi ad altri generi, amalgamarsi con le mode del momento, di fare da fondale per tutt'altre rappresentazioni.
Quello sporco. Ruvido. Incosciente.
Forse il rock è stata l'unica rivoluzione che un paio di generazioni si sono potute permettere, una rivoluzione di stile, almeno, d'identità.
La musica che oggi invade da ogni dove i nostri spazi, non solo fisici, è una colonna sonora compita, rassicurante, non sempre e necessariamente sgradevole, ma mai imprevedibile, mai lacerante.
La campanella è suonata da un pezzo, e la ricreazione non finisce più.
22 marzo
Sono Don Chisciotte che sogna di ritrovare i suoi mulini a vento e farci finalmente la pace; sedercisi all'ombra a contemplare un cielo da fine del mondo, mentre nell'aria aleggia ancora l'odore dell'erba bagnata, della terra umida.
Perché in certi ricordi si annida la speranza, perché talvolta la memoria ci inganna in un altro senso.
14 marzo
Certi giorni non passano, si svuotano.
8 marzo
C'è uno spreco di parole, in giro.
Secondo uno studio che non è stato mai condotto, se non a chiacchiere, il novanta per cento delle parole che si dicono o si scrivono nel mondo sono inutili.
A cominciare da queste.
27 febbraio
In molti l'uso della ragione provoca assuefazione.
22 febbraio
Nella città buia tutti erano felici.
Non ci si riconosceva ma ci si parlava, ci si amava, ci si aiutava a vicenda. Nessuno sapeva il volto degli altri, gli sguardi si potevano solo immaginare (ma non se ne sentiva la necessità), le espressioni si potevano solo intuire (ma non ce n'era bisogno).
Non era difficile muoversi in quel buio perenne, in quella penombra ovattata; non era difficile stare insieme, lavorare, giocare, passare il tempo. Tutta la città buia era come un solo organismo che pullulava di vita, di progetti, di aspettative. Non di sogni, perché i sogni hanno bisogno che faccia giorno per essere ricordati.
Poi accadde che arrivò un uomo che promise a tutti una cosa inaudita: la luce. Nessuno credeva che sarebbe stato possibile, ma l'uomo lavorò notte e notte (il giorno ancora non c'era), e alla fine la città buia smise di essere buia, la luce del giorno irruppe a distinguere gli uni dagli altri, a dare un senso agli sguardi, una faccia ai discorsi, un corpo agli amanti.
Persino i sogni cominciarono a manifestarsi, ed era davvero strana quella sensazione languida, quando ci si svegliava e ci si accorgeva che nulla di quanto si era vissuto era avvenuto veramente.
Finché tutti capirono che era solo una questione di prospettiva: non erano i sogni ad essere irreali, era il giorno a renderli tali.
Qualcuno spense la luce, la città buia ripiombò nel buio. E e si ricominciò a parlare di essa come di una leggenda, nel resto del mondo. Dove tornò inesorabilmente a farsi giorno.
14 febbraio
Pensierino di San Valentino: l'amore sentimentale è un'invenzione veramente perversa. Come si può pensare di voler bene a qualcuno e poi fotterlo?
8 febbraio
Ogni giorno ci sveglia con pensieri diversi da quelli del giorno prima, viviamo in una società liquida, mutevole nella sua apparente immutabilità, che ci costringe a variare di volta in volta il bersaglio delle nostre aspirazioni, a cercare di volta in volta una diversa prospettiva sotto cui trovare riparo quando qualcosa non va come dovrebbe andare e non ci resta altro che prenderne atto per prendere tempo.
Non ci sono più certezze, si dice; l'occidente non ha più valori di riferimento. Ma non è così, è che ci sono schegge e spezzoni e rottami di tutto ciò che in questo continente forse troppo ricco di storia c'è già stato, si è già consumato, ha già bruciato o si è bruciato; e quando ci sono troppi dettagli intorno da mettere a fuoco, finiamo per rivolgere lo sguardo solo verso noi stessi. Magari senza riconoscerci.
31 gennaio
Un uomo grigio come un'ombra.
Come i risvolti nascosti nell'ombra che aleggiano sempre tra gli scranni di quell'assemblea. Come le ombre tra le pagine di leggi scritte più per compiacere le proprie capacità logico-giuridiche che per funzionare davvero. Come dal passato le ombre degli inermi giustiziati da una criminalità che si fa Stato. Come le ombre di una realtà che, dietro quei palazzi, il sole stenta ad inondare di luce e calore.
Un uomo giusto. Ma soprattutto l'uomo giusto per questo paese: un'ombra in un paese fatto di ombre.
27 gennaio
Pensierino dell'integralista: non condividi la mia idea, ma darai la vita perché io possa esprimerla.
17 gennaio
Se qualcuno offende mia madre, si becca un pugno. È la versione 2.0 del "porgi l'altra guancia" di evangelica memoria, ed è il modo in cui papetto Bergoglio ha spiegato che se dei vignettisti da strapazzo sono stati trucidati da un paio di teste calde col pallino della guerra santa, be' potevano pure aspettarselo, dopo che hanno osato ripetutamente deridere "la religione degli altri" (sic).
Prima considerazione: i terroristi di matrice islamica non hanno bisogno di un pretesto per compiere i propri massacri. I morti ammazzati delle torri gemelle, o quelli della metropolitana di Londra o di Madrid, che tipo di offesa avevano arrecato all'Islam, se non il fatto stesso di non essere islamici (e nemmeno tutti, invero)? Se non ci fosse stato Charlie Hebdo, ci sarebbe stato un altro obiettivo qualunque da colpire, con buona pace di tutte le speculazioni interpretative di questi giorni.
Seconda considerazione: papetto Bergoglio aveva a disposizione, in questa tragica circostanza, due strade per marcare il suo progressismo "di sinistra" e compiacere Scalfari. Difendere a oltranza, senza se e senza ma, il diritto di quei famigerati vignettisti a poter fare il loro mestiere (discutibile quanto si vuole, ci mancherebbe altro) senza per questo dover metter in conto di essere finiti a colpi di kalashnikov, ma al più di provocare critiche o querele; oppure ricorrere ad un maldestro arzigogolo logico pur di concedere una qualche attenuante al folle attentato, giusto per riproporre la sua vocazione, per così dire, terzomondista.
Purtroppo - e ovviamente - ha scelto la seconda strada.
11 gennaio
In una fredda giornata di gennaio, il grande temperamatite nero come una notte di mezzaluna, planò sull'Europa, oscurando con la sua ombra il cielo di Parigi e distogliendo bruscamente l'attenzione di milioni di persone dalle loro faccende quotidiane.
Il grande temperamatite compì la sua missione di distruzione, e gli bastarono pochi minuti per ridurre in segatura tutte le matite che incrociò sul suo cammino.
Ma poi quella segatura, leggera com'era, impalpabile, raggiunse le strade e le piazze dell'intero continente e poi ancora più in là, prese forma di figure mai viste prima, s'insinuò negli angoli più grigi delle città tingendole dei colori dell'arcobaleno, e perfino quelli che vivevano nel segno del grande temperamatite, che lo temevano o lo riverivano, che lo avevano sempre guardato con simpatia o perlomeno con indifferenza, cominciarono timidamente e prenderne le distanze, a smarcarsi, ad imprecare contro di esso, qualche volta persino a maledirlo.
A disegnarlo, si sa, ogni mondo è possibile.
5 gennaio
La voce di Pino Daniele era un sussurro, quello dell'anima.
3 gennaio
Chissà se tra le semiserie profezie di Ritorno al futuro si avvererà anche quella per cui nel 2015 la giustizia sarà velocissima perché nel frattempo "hanno abolito gli avvocati".
Forse dovrei preoccuparmi, ma mi preoccupa di più il fatto che dalle nostre parti è il concetto stesso di giustizia che rischia di estinguersi, perlomeno di una giustizia per tutti e a cui tutti possono ricorrere per veder affermati i propri diritti, se continua la tendenza autolesionista (mi riferisco in special modo alla giustizia civile) a sperimentare sempre nuove quanto improbabili scorciatoie volte a ridurre - nelle intenzioni - tempi e costi del sistema, ma che finiscono solo - nei fatti - per complicare inutilmente le cose, con aggravio di spese per i cittadini e, paradossalmente, quasi sempre ulteriori quanto vane attese prima di giungere ad un provvedimento definitivo.
In Italia non sono gli avvocati il problema, ma uno Stato che si ostina a non voler tenere nel dovuto conto - innanzitutto dal punto di vista delle risorse da destinarvi - un comparto decisivo per il suo stesso funzionamento e per la sua stessa sopravvivenza.