2009
 

31 dicembre                         

Il passato mi fa paura, è per questo che mi rifugio nel futuro.
Paradossali auguri.

 

23 dicembre 

Tutto sembra contraddire tutto. Un'ondata di gelo si abbatte su mezzo mondo mentre una conferenza internazionale cerca misure da adottare contro il surriscaldamento globale; Berlusconi perdona cristianamente il suo aggressore, ma nondimeno lascia intendere di aspettarsi nei suoi confronti una pena esemplare; Obama ritira il Nobel per la pace mentre un nuovo massiccio contingente di rinforzi viene inviato in Afghanistan; Bruno Vespa, intento a reclamizzare il suo nuovo libro di pettegolezzi di Palazzo, fa il giro delle sette chiese televisive dove viene presentato come uno scrittore, e invece è solo Bruno Vespa.
Corre voce che quest'anno Gesù Bambino abbia rinunciato alla mangiatoia per un attico di lusso. Teme di essere scambiato per un clandestino e di finire dinanzi al giudice di pace agli uomini di buona volontà.
Buon Natale, se potete.

 

13 dicembre 

In questo paese l'opposizione tartaglia.
In tutti i sensi.


foto: Corriere della sera
 

7 dicembre 

Qualcuno, nell'America degli sceriffi, nell'America buzzurra degli agenti di polizia dal pestaggio facile e dall'uso disinvolto delle pistole elettriche per tramortire gli studenti che all'università si permettono di fare domande impertinenti al politico importante venuto a tenere convegni in ateneo, nell'America di Sacco e Vanzetti e dei tanti altri stranieri condannati alla pene più severe lasciando da parte qualunque preoccupazione garantista, qualcuno, in quest'America ex superpotenza politica che ancora conserva l'arroganza burina e la prepotenza saccente degli incolti, osa mettere pregiudizialmente in discussione l'intero sistema giudiziario di un paese alleato per la sentenza di condanna di una cittadina americana accusata di omicidio.
Spero cha davvero il governo americano non voglia farne un caso politico. Spero che davvero questa vicenda miserevole si sgonfi presto. Ma temo proprio che non sarà così. E sono pronto a scommettere sull'inettitudine del nostro governo di fronte alle offese gratuite di un paese sempre pronto a dare lezioni di civiltà a chi non gliene chiede.

p.s.
Queste note trasudano volutamente antiamericanismo viscerale. A dimostrazione che anche dall'antiamericanismo viscerale può venire, di tanto in tanto, qualche giudizio obiettivamente sensato.

 

28 novembre 

Si sa, viviamo in un'epoca di rimedi peggiori dei mali. Specie quando le leggi pretendono di cambiare la mentalità delle persone in nome non si sa bene di quale progresso. Ma le norme non dovrebbero imporre il progresso, semmai dovrebbero regolarlo.
In nome del cosiddetto progresso, invece, troppo spesso anziché rimuovere le discriminazioni si preferisce semplicemente spostarle su soggetti più vulnerabili alle pressioni della società. I nuovi discriminati non hanno diritto di parola, sono tacciati di arroganza per il solo fatto di avere delle opinioni diverse da quelle giudicate indiscutibili dai militanti del conformismo di massa, vengono trattati alla stregua di molesti disturbatori indegni di considerazione.
Quando il messaggio veicolato dai media è che "tutti" sono d'accordo su qualcosa, sento sempre puzza di bruciato.

 

22 novembre 

Due rette parallele s'incontrano all'infinito, io e Megan Fox neanche laggiù.

 

14 novembre 

- Ha sentito?
- Cosa?
- Dopo il cosiddetto "processo breve" il governo ha intenzione di varare un provvedimento simile anche per la sanità.
- E cioè?
- Per risolvere il problema del sovraffollamento di certi ospedali si stabilisce per legge che i degenti dovranno essere dimessi entro una settimana al massimo dal ricovero...
- E se stanno ancora male?
- Pazienza! Non è che si può andare troppo per il sottile. Altrimenti questo paese non cambierà mai. Vorrà dire che i medici si decideranno finalmente a lavorare con maggiore alacrità e i malati a guarire più in fretta.
- Giusto!
- È la "dottrina Berlusconi": se non riesci a a fare una cosa in tempi brevi, non farla e basta. Troverà applicazione in molti campi, vedrà...
- Sa cosa le dico? Più si va avanti e più mi sento felice di vivere in Italia.
- Anch'io, anch'io... e pensare che non ho nemmeno la coscienza sporca!

 

9 novembre 

Quelli a cui il muro è crollato addosso, oggi cos'hanno da celebrare?

 

30 ottobre 

Il ladro di tramonti si appostò dietro un grosso platano ad osservare l'andirivieni di automobili e gente a piedi lungo la strada cittadina. Non aveva molta dimestichezza con quel genere di confusione, dove viveva lui regnavano un silenzio purificatore e una sana sufficienza di se stessi.
Per metà frastornato e per metà incuriosito, restò a guardare e ad ascoltare quel frastuono di figure in movimento finché il verso di una civetta - solo lui poté udirlo - non lo distolse dall'insolito spettacolo imponendogli di agire subito, prima che le ombre della sera non sopraggiungessero una volta per tutte vanificando la sua paziente attesa.
Balzò fuori dal suo nascondiglio e, con gesto fulmineo, catturò il tramonto. Quindi lo ripiegò con cura e se lo mise in tasca.
Ora il cielo su quella porzione di mondo appariva come il telo squarciato di un cinema: una lucore neutro e sottile, completamente privo di sfumature, si irradiò a guisa di un immenso sudario sul paesaggio sfornito dei suoi colori naturali.
Tuttavia nessuno sembrò accorgersene. Nessuno avrebbe denunciato quel furto.
Domani il sole si sarebbe incaricato di rimettere le cose a posto, come dopo un incendio in un bosco la vegetazione lentamente si riappropria dei suoi spazi vitali, rimarginando a poco a poco le ferite inferte dal fuoco.
Intanto, però, nessuno sentì il bisogno di alzare lo sguardo al cielo, di incastonare i pensieri in quel tempo esatto, in quel passaggio irripetibile. Era un morente giorno d'autunno come tanti.
Solo qualche ora più tardi, ormai a tarda notte, il ladro di tramonti avrebbe tirato fuori il suo ultimo bottino, un po' sgualcito come una vecchia cartolina ma colmo di sogni inespressi, di ricordi mai più affiorati alla mente, di emozioni appena vagheggiate, per lasciarlo in dono a un bambino, o a un poeta, forse a un musicista, magari a un innamorato deluso, a un viaggiatore notturno, a chiunque avesse avuto occhi per vederlo.
O forse, una volta tanto, lo avrebbe tenuto per sé.

 

25 ottobre 

Mica vero che destra e sinistra sono in fondo la stessa cosa. Almeno in fatto di gusti sessuali, le differenze emergono eccome.
Se da una parte i berlusconiani, da bravi conservatori, sembrano prediligere la cara, vecchia figa, dall'altra, tra "sinistri" vari ed antiberlusconiani in genere, emergono frequentazioni più insolite e trasgressive, specie - chissà perché - se si proviene dal mondo del giornalismo: da un ex portavoce di Palazzo, a un ex direttore di giornale, fino al cronista di Rai Tre prestato alla politica, la cara, vecchia di cui sopra pare decisamente passata di moda.
Necessità strategica o volontà di rinnovamento?

 

18 ottobre 

Non è mica facile essere faziosi. Convincersi che qualcuno ha ragione anche quando si sa che ha torto, esternare sentimenti che non si provano, trovare il coraggio di lodare pubblicamente chi non lo merita sono capacità che richiedono un'innegabile predisposizione e necessitano di essere coltivate con costante impegno.
È un'arte all'incontrario che a volte tocca vette grottescamente sublimi: non la ricerca del vero attraverso la manipolazione della finzione, ma l'affermazione della menzogna attraverso la manipolazione della verità.

 

9 ottobre 

Il Nobel per la pace assegnato al presidente americano Barack Obama suona più come un avvertimento, un auspicio vincolante (si spera), che come un riconoscimento.
Dalla guerra preventiva al pacifismo predestinato.

 

3 ottobre 

Dilemmi italiani: stare con il popolo della libertà di stampa o con la stampa del Popolo della Libertà?
(Ma sono due facce della stessa medaglia. Contraffatta.)


foto: Repubblica

 

27 settembre 

Un vezzo tipico dei politici italiani, di quelli che quasi quasi prediligono finire all'opposizione, è di farsi portavoce di istanze - e praticamente solo di quelle - di cui alla stragrande maggioranza degli italiani, legittimamente, importa poco o nulla.
È un metodo scientificamente testato per suscitare disinteresse o fastidio nei più, ma riscuote sempre maggiore successo, forse perché quei politici sono convinti che preoccuparsi dei problemi reali e più urgenti dei loro concittadini sia demagogia. Anzi, partecipare alle elezioni per vincerle è un'imperdonabile concessione alla demagogia che non vogliono e non possono permettersi.

 

19 settembre 

Ci sono eroi ed eroi. Quelli che muoiono in guerra non dovrebbero suscitare sorpresa (dolore, rabbia, emozione, ma non sorpresa), e invece sollecitano inopinati ripensamenti, sconsiderate pulsioni di fuga contrarie ad ogni logica e dettate solo da vacuo stupore.
Quelli che - tanto per dire - muoiono sul lavoro suscitano meno o nessuna sorpresa, anche quando (o forse perché) da eccezione diventano regola.

 

10 settembre

La principale causa di morte fra la gente comune è la routine.

 

4 settembre

Ecco uno con le idee chiare. Il colonnello Gheddafi chiederà all'Onu lo smembramento della Svizzera: quella italiana all'Italia, quella francofona alla Francia, quella germanofona alla Germania.
Era tempo che qualcuno affrontasse con risoluta determinazione l'esistenza di questo bubbone purulento nel cuore dell'Europa che inquina i rapporti internazionali mettendo costantemente a repentaglio, con la sua subdola neutralità, la pace nel mondo e la stabilità dei mercati finanziari.
Finalmente una voce forte e chiara capace di affermare pubblicamente quello che tutti pensano ma non osano dire. Perché - diciamocelo - a chi non sta sui coglioni, la Svizzera?
Il saggio e lungimirante leader libico, a cui l'Italia giustamente non perde occasione per rendere deferente omaggio, si conferma uno degli statisti più rappresentativi di questi tempi fulgidi. Con lui, Kim Jong Il e Umberto Bossi, il mondo può dormire sonni ridicoli.

 

27 agosto 

L'estate che finisce si lascia sempre dietro qualcosa d'irrisolto, una promessa non mantenuta, un desiderio rimasto inespresso, un'aspettativa destinata a restare indefinitamente in sospeso.
È un retaggio della nostra infanzia, credo, l'estate della nostra vita.

 

19 agosto 

Chissà se nell'italietta decerebrata del nuovo millennio riesce a suscitare una qualche sensazione la morte di Fernanda Pivano. Eppure la ragazza della beat generation ha svolto un ruolo culturale importantissimo, lontano dalle accademie e dai sepolcri imbiancati della nostra editoria, che non esitarono a definirla "maggiordomo degli scrittori americani".
È stata lei, con un intuito instancabile e una profonda conoscenza del fervore letterario nord americano, che, sulle orme del suo maestro Cesare Pavese, ha tradotto e fatto conoscere autori come Hemingway, Fitzgerald, Kerouac, e via via fino ai minimalisti degli anni ottanta ed oltre.
Fra tanti fasulli intellettuali da tv, una donna di grande intelligenza e sobrietà, capace di riconoscere il germe della poesia anche sotto le stratificazioni del conformismo paludato che ci ha portato all'annichilimento culturale di questi anni.
Grazie, Fernanda.

 

12 agosto 

- ... e perquestademare?
- Moscia. Obesa...
- Sempre così fai comprensante?
- Asselo! Magari lo capisci che sparetta?
- Ascolta. Na vorta tanto damme ascolto. Navè?
- Smascia! Mannaggia a te!
- Conserte. Okay?
- Okay.

Dialoghi in presa diretta. Biascicati, semidialettali, sussurrati perché così è più figo.
Tanto vale tornare al cinema muto.

 

3 agosto

A volte la vita sembra una metafora della vita.

 

25 luglio 

Mi piacciono e faccio più o meno le stesse cose che mi piacevano e facevo da adolescente: non ho ancora capito se ero un adolescente molto maturo o sono un adulto molto immaturo.

 

16 luglio 

Più che superarla, la realtà simula la fantasia, ne trae ispirazione di continuo, se ne lascia condizionare assecondandone, per quanto possibile, le più spericolate suggestioni.
Viviamo in un mondo in cui il reale e l'immaginario s'intersecano quotidianamente, dando vita ad una dimensione ibrida, terza, in cui non tutto ciò che viviamo esiste, ma esiste perché lo viviamo.
È la vita che imita l'arte, diceva Oscar Wilde. E per il fatto stesso di dirlo dimostrava che era vero.

 

9 luglio 

Con il G8 nei luoghi del terremoto dell'aprile scorso in Abruzzo, l'Italia celebra - mediaticamente parlando - il suo piccolo "post 11 settembre".
La sfilata di presidenti e primi ministri tra le rovine dell'Aquila e dintorni di sicuro fa un certo effetto, confinando in uno sfondo di tragedia un genere di avvenimenti che di solito si svolge in un clima caratterizzato esclusivamente da frivolezze di alto rango sempre un po' stucchevoli.
Il rovescio della medaglia è che la spettacolarizzazione di quelle povere mura diroccate - con tanto di star di Hollywood in bella posa per i fotografi - finisce col favorire qualche suggestione un po' cinica e grottesca. A momenti mi sarei aspettato di vedere, al calar delle tenebre, i cumuli di macerie illuminati dal basso come certi monumenti...
Dalle tendopoli al palatenda.


foto: Corriere della sera

 

4 luglio - diario in aula

Entra in vigore l'ennesima (mini) riforma del processo civile. L'intento dichiarato è quello di snellire i tempi biblici del medesimo: con alcuni correttivi volti più che altro a correggere precipitosamente se stesso (si veda l'abrogazione del rito societario e della bislacca applicazione del rito del lavoro ai giudizi per i sinistri derivanti da circolazione stradale), il legislatore punta con baldanza a tangibili miglioramenti.
Ma non è con l'uso della posta elettronica certificata o con la testimonianza inviata per iscritto al giudice istruttore (definitivo svilimento di quella che un tempo era la prova per antonomasia nelle aule giudiziarie), non è con questi escamotage che si curano i tempi malati del processo civile.
La cura, malinconicamente, è una sola: più soldi, per assumere più magistrati e personale di cancelleria, più risorse da investire in quello che dovrebbe essere considerato uno dei settori decisivi per il buon funzionamento dello Stato.
Ma siamo in Italia, dove la giustizia - e certo non solo quella civile - è vissuta da molti, da troppi, come una minaccia per chi lo Stato lo amministra e lo rappresenta.

 

25 giugno

- Lo sa che lei ha proprio ragione?
- Riguardo a cosa?
- Al fatto che un uomo di stato non può comportarsi con le donne come quello lì...
- Può ben dirlo! Ma non necessariamente uno statista, nessun uomo ha il diritto di trattare le donne come fa quello.
- Un puttaniere impenitente che ha perso il conto delle femmine che si porta a letto.
- Già.
- E ha pure il coraggio di definirsi cattolico!
- Sa come si dice: vizi privati, pubbliche virtù...
- Ha trasformato le stanze del potere in stanze da letto. Quella sfilata continua di cortigiane pronte ad esaudire ogni sua richiesta!
- Gli uomini ricchi sono abituati a pensare che tutto si possa comprare, anche le donne.
- E quella povera moglie? Che umiliazione dover subire le continue corna del marito...
- È uno scandalo che deve finire!
- Altroché! Ci mancava solo la diva di Hollywood che va in tv a cantargli "Happy birthday, Mr President!"
- Ma lei si sta confondendo con Kennedy, mi sa. E le rammento che John Kennedy è un'icona della sinistra moderna e postmassimalista. Veltroni c'ha ancora il poster nella cameretta...
- Oddio, signora Maraini, ho fatto un po' di confusione. E pensare che Kennedy era bello, giovane e progressista, mica un vecchio accrocco di destra come quello lì...
- Appunto!
- Va be', mi scusi ancora. Dov'è che devo firmare questo appello contro il Berlusca?

 

21 giugno 

L'unico modo in cui l'occidente riesce efficacemente ad esportare democrazia è attraverso le nuove tecnologie, Internet in testa. O, almeno, sono le nuove tecnologie a fornire strumenti un tempo impensabili per aggirare i controlli e le censure di regime, rendere possibili aggregazoni di massa, creare reti virtuali di collegamento e di coordinamento, diffondere a livello planetario notizie altrimenti destinate all'inconoscibilità forzata.
Sta accadendo perfino nella lugubre teocrazia dell'Iran.
La Rete, che molti, anche in occidente, vorrebbero imbavagliare, snaturare in qualche modo, sta avendo nel campo della libertà d'informazione lo stesso effetto dirompente che ebbe l'invenzione della pillola anticoncezionale in quello della libertà dei costumi.
Si dice che l'umanità evolva culturalmente assai meno velocemente di quanto non faccia sul piano della tecnica. I due ambiti, in realtà, sono molto più intimamente collegati di quanto possa sembrare.

 

14 giugno 

Siamo davvero uno strano paese, dove nessuno riesce a dare una spiegazione di ciò che succede se non accusando qualcun altro. Ci dev'essere sempre un mandante dietro un'idea, anche la più innocua, c'è sempre un interesse recondito da soddisfare dietro tutto ciò che si muove, per il solo fatto che si muove.
Siamo l'unico paese al mondo in cui perfino l'affermarsi di una nuova tecnologia, come nel caso del cosiddetto digitale terrestre per la tv, viene ridotto da certe campagne di stampa a nient'altro che una perversa operazione di potere.
Anche negli U.S.A. è in atto il passaggio al digitale terrestre, più o meno con le stesse modalità con cui sta avvenendo da noi. Vogliono favorire Berlusconi pure lì?

 

6 giugno 

Se poetare è fare l'amore con le parole, la poesia è erotismo dell'anima.

 

29 maggio 

Ci spiega la giovane e grintosa parlamentare che sa il fatto suo, ci spiega col cipiglio di chi è consapevole di dedicarsi alla stesura di una riforma epocale, ci spiega che nel disegno di legge ormai in dirittura d'arrivo che prevede di attribuire il doppio cognome (paterno e materno) ai futuri nati tale novità non sarà facoltativa ma obbligatoria, giacché, altrimenti, ci spiega con lo sguardo compenetrato nella parte di colei che enuncia solo verità indiscutibili, "abbiamo il fondato timore che nella stragrande maggioranza dei casi le coppie continuerebbero ad attribuire il solo cognome paterno".
E se anche fosse?

 

24 maggio

Oggi a Cassino Benedetto XVI apre la campagna elettorale del Vaticano in vista delle europee.
W il papi!

 

12 maggio 

Niente è più insopportabile di una sconfitta onorevole.

 

5 maggio

Mi consenta: un presidente "cartonato" per un'Italia che non c'è.


foto: Corriere della Sera


foto: dalla Rete

 

27 aprile

Dal discorso del presidente, pronunciato alle 21, ora standard dell'est, in molte aree non ricevuto. "... che una grande nazione come questa deve fare. Non possiamo permetterci di farci spaventare dalle ombre come bambini in una stanza buia; ma neppure possiamo permetterci di prendere alla leggera questa grave epidemia influenzale. Concittadini americani, vi invito a rimanere in casa. Se vi sentite ammalati, mettetevi a letto, prendete dell'aspirina e bevete in abbondanza. State certi che vi sentirete meglio al massimo in una settimana. Voglio ripetere quello che vi ho detto all'inizio del mio discorso di questa sera: non c'è niente di vero - niente di vero - nella voce secondo la quale questo ceppo influenzale sarebbe letale. Nella stragrande maggioranza dei casi, la persona colpita può aspettarsi di ritornare in piena forma nel giro di una settimana...."
Graffito tracciato sulla facciata della First Baptist Church di Atlanta con una bomboletta di vernice rossa: "Caro Gesù. Presto ti incontrerò. La tua amica. America. PS. Spero che avrai ancora qualche posto libero per la fine della settimana".
(Stephen King, L'ombra dello scorpione)


E se il mondo - porco mondo - finisse con un grugnito?

 

18 aprile 

Se Pino Daniele fa un disco (Electric Jam) di sole sei canzoni che è il suo miglior disco di sempre, nonché in assoluto uno dei più belli di questo scorcio iniziale di millennio, allora è proprio vero che la qualità quasi mai si coniuga con la quantità.
Perché l'arte è un atto d'amore verso il proprio linguaggio, e si ama una persona per volta, un po' alla volta.
L'eccesso di offerta, che è la vera "pirateria" dei nostri tempi, sta uccidendo nella sua melassa inesorabile e incessante il concetto stesso di creatività.
Selezionare, ragazzi, selezionare...

 

8 aprile

Non ho mai avuto il mito della natura benigna, ho sempre pensato che tutta l'evoluzione umana si è giocata sulla capacità di contrastare e adattare alle proprie esigenze un habitat ostile, carico di insidie e di pericoli: la guerra contro le malattie, contro i cataclismi, per il migliore sfruttamento del suolo e del mare sono tutti esempi di una sempiterna lotta per la sopravvivenza e per una migliore qualità della vita che - con buona pace degli ambientalisti ad oltranza - dimostra come non ci sia spazio per l'uomo sulla terra se l'uomo abbassa la guardia nella sua perenne battaglia "contro" il mondo in cui vive.
I terremoti colpiscono il senso stesso della civiltà, ci fanno regredire alle capanne e agli accampamenti. Sarebbero un evento naturale pressoché insignificante se non fosse che, nel corso di secoli d'inarrestabile progresso, si è passati dalle palafitte ai grattacieli.
La contraddizione sta nel rispettare un pianeta che non ci rispetta.


foto: Corriere della sera 

 

3 aprile 

Eccoli in fila uno dietro l'altro simili a scolaretti che sciamano via nella luce del tardo mattino, ecco quelli più distanti di cui a malapena riconosco i tratti, riaffiorano alla mente attraverso sparuti frammenti di emozioni anziché ricordi veri e propri, parti di un relitto che improvvisamente tornano a galla a lasciar immaginare ciò che è stato, pezzi di un mosaico andato in pezzi; poi quelli della prima adolescenza, breve e per niente vissuta, i peggiori: bui e cupi come scrutare la notte dalla finestra di un ospedale; quelli della giovinezza, fatti di sbalordite pulsioni e volenterose indecisioni, di amicizie e di speranze che si consolidano e di certezze che troppo spesso si sgretolano; quelli dell'altro ieri, smaniosi e frenetici, luttuosi e disincantati, dei traguardi conquistati quando certi traguardi non servono più; e alla fine quelli vicini, che ancora spingono sul presente come passeggeri di un autobus ansiosi di scendere, mute contraddizioni impreziosite di lacrime dolci e quiete rassegnazioni.
Gli anni miei, poveri treni senza ritorno su cui sono salito sempre da solo.

 

24 marzo

Serpeggia sempre un pizzico di delusione quando qualcuno (specie se extracomunitario e assimilati, come i romeni) viene prosciolto da accuse infamanti per le quali aveva dovuto subire il linciaggio morale dei media e rischiato quello reale da parte di chi crede che un uomo in manette sia necessariamente colpevole.
Nel garantismo capovolto all'italiana, che garantisce poco gli indagati e molto i condannati, l'idea che un giudice debba arrendersi di fronte all'innocenza di un sospetto viene vissuta come un sacrificio, uno smacco per la giustizia, mentre quella che che un reo sconti fino in fondo la sua pena (magari già di per sé irrisoria) come un anacronistico retaggio persecutorio di tempi bui.
Che questo meccanismo perverso sia alla base di tutto quello che non funziona nel nostro sistema penale è di tutta evidenza.
Che ciò che è di tutta evidenza sfugga generalmente all'attenzione dei nostri politici, anche.

 

16 marzo

La musica è l'unica forma del reale che pur non avendo colori è come se ne avesse.

 

6 marzo 

C'è un vizio nel conversare, in cui taluni perseverano odiosamente, che consiste nell'avere la pretesa di sapere in anticipo cosa sta per dirti l'interlocutore non appena quello comincia a parlare, finendogli la frase al posto suo. Conclusione quasi sempre sbagliata, che costringe a ricominciare daccapo sperando che stavolta sia possibile formulare compiutamente il proprio pensiero senza ulteriori interventi inopportuni.
La dialettica politica ha assimilato questo meccanismo: uno prova a lanciare un'idea, non fa in tempo a spiegare cosa intende esattamente, e perché, che c'è già qualche avversario lesto ad intuire anche l'inespresso per ricamarci su la sua ferma contrarietà.
I cosiddetti "tempi televisivi" sono un vezzo cretino, ma assurgono ormai a pietra angolare dei tempi che corrono (in tutti i sensi).

 

26 febbraio

Certi perdoni sono imperdonabili.

 

17 febbraio 

Hanno inventato una pillola che cancella i brutti ricordi. Ne mandi giù una, e, tanto per dire, del PD non resta più traccia nemmeno nella memoria (non che in questo caso fosse necessaria una pillola, invero).

 

8 febbraio 

È compito del legislatore fare leggi sempre più perniciose e moralmente inaccettabili. Spetta poi agli operatori del diritto, attraverso l'interpretazione e concreta applicazione delle stesse, completare il disastro.

 

30 gennaio 

C'è un vento leggero leggero, come l'idea di sé. Non solleva le cose, solo i pensieri. Li disperde appena il tempo di un sospiro.

 

18 gennaio

Sta a guardare alla finestra l'arcobaleno. Ha riposto i pennelli, non ce la fa a dipingere, non sarebbe mai capace di riprodurre la consistenza miracolosa di quella luce.
Da tantissimo tempo non vedeva un arcobaleno, da troppo tempo ha smesso di credere nella realtà.
Squilla il telefono. - Pronto? - ma la linea è disturbata, debolissima. È il suo amico Aviaz, dall'altra parte del mondo. Ha la voce colma di piato e di gioia, riesce a stento a parlare. Gli annuncia che nella sua terra martoriata dalla guerra hanno smesso finalmente di sparare.

 

10 gennaio 

Tra qualche giorno su alcuni autobus spagnoli comparirà una curiosa scritta. Dice Probabilmente Dio non esiste, smettila di preoccuparti e goditi la vita.
È lo slogan di certune associazioni di atei militanti in cerca di visibilità. Solo che quel «probabilmente» inficia tutta l'operazione: denota che loro stessi non sono del tutto convinti di ciò che dicono e pensano (di talché quello slogan si risolve in una enunciazione di per sé ridicola, del tipo: date retta a noi che forse abbiamo ragione), senza contare che l'ateismo è (dovrebbe essere) un atteggiamento fideistico a tutti gli effetti, che non ammette approssimazione. Non si può essere un po' atei esattamente come non si può essere un po' vergini o un po' morti.
Probabilmente gli atei non esistono, smettila di preoccuparti perché si vive benissimo lo stesso.


foto: Repubblica 

 

4 gennaio

L'applicazione rigorosa della legge è un sopruso.