2008
31 dicembre
Seduto su questa veranda immaginaria, me ne sto a contemplare il futuro che vorrei, lontano lontano, indistinguibile, mentre il futuro che verrà inesorabilmente incalza col suo fiato ansimante, la sua corsa spericolata, le sue incerte peripezie per condurci chissà dove, chissà come.
La lotería, direbbe Wireman.
Intimiditi auguri.
24 dicembre
L'uomo che non aveva mai visto il Natale si avvicinò con circospezione. Non aveva mai visto tante altre cose, e ne aveva paura. Guardò attraverso la vetrina, le luci colorate sembravano spuntare dappertutto, lui non poté fare a meno di interpretarle come segnali di pericolo, mille spie accese contemporaneamente sul quadro comandi di un'astronave alla deriva.
Si fece coraggio ed entrò.
- Prego, desidera? - gli chiese un commesso gentile. Lui sbirciava intorno, preso da un senso di ansia opprimente che non si sapeva spiegare. Tutti quegli oggetti accatastati sui ripiani, tutta quella merce in esposizione...
- Vorrei vedere il Natale - disse.
- In che senso, signore? Vuole vedere per caso...
- Il Natale. Mi hanno detto che qui è Natale.
- Certo che è Natale, signore. Ma se può essere più preciso su ciò che desidera...
L'uomo che non aveva mai visto il Natale si sentì strattonare per i calzoni. Voltatosi, incrociò lo sguardo di un bambino con due grandi occhi neri. Lo fissava dal basso in alto in un'espressione interrogativa.
Lui fece suoi quegli occhi. E tutt'a un tratto le luci colorate gli comunicarono un senso di festa, gli oggetti, sugli scaffali, il desiderio di possederli, tutti.
- Tu sei Babbo Natale? - chiese il bambino, perché l'uomo che non aveva mai visto il Natale aveva una lunga barba bianca e cento rughe sulla fronte.
- Sì - rispose lui senza pensarci. Prese in braccio il bambino e fecero insieme il giro del negozio, comprarono talmente tanti giocattoli che il commesso gentile dovette fare il conto con la calcolatrice per sapere a quanto ammontava il totale.
- Io adesso devo andare a casa - disse il bambino, quando furono in strada. - Mi accompagni con la tua slitta?
L'uomo che non aveva mai visto il Natale non aveva una slitta. Non sapeva nemmeno cosa fosse. Ma si sforzò di guardare nuovamente con gli occhi del bambino e la slitta comparve, lì, davanti a loro, tintinnante e scalpitante di sei renne.
Salirono sulla slitta sistemando in un grosso sacco tutti i giocattoli, e s'involarono.
Quasi conoscessero già la destinazione, le renne, dopo un paio di virate da capogiro, in vista della casa del bambino condussero dolcemente la slitta fino a terra. Proprio davanti all'uscio semiaperto.
C'erano i genitori del bambino, immobili e infreddoliti, sull'uscio. - Nino, dov'eri finito? - gridarono all'unisono, appena si resero conto che il bimbo che scendeva dalla slitta era proprio loro figlio.
- Con questo vecchio rimbambito che crede di essere Babbo Natale e mi ha comprato un sacco di giocattoli! - rispose lui, tutto contento.
A quelle parole, l'uomo che non aveva mai visto il Natale, balbettò - Ma come... abbiamo volato sulla slitta... ci siamo emozionati davanti alle luci colorate...
- Appunto - rispose Nino. - Volevi sapere com'è il Natale? Sei stato accontentato.
- Il Natale esiste solo negli occhi di chi lo vuole vedere - aggiunse il papà del bambino, sgranocchiando un pezzo di torrone. - È un'emozione. La senti oppure no.
- E tutto il resto è roba - concluse Nino, trionfante.- Tanta bellissima roba!
- Roba! Roba! Roba! - gli fece eco la mamma, mentre, in aiuto del figlio, cercava di afferrare gli ultimi giocattoli rimasti sulla slitta, gli occhi fuori dalle orbite.
Lontano si udì il lieto richiamo di una ciaramella. Made in Taiwan.
13 dicembre
Tutti sanno che c'è la "crisi", tutti ne hanno paura, pochi sanno davvero cosa sia e quali conseguenze comporterà a breve o lungo termine.
Per la gente comune non è che sia cambiato molto: la "crisi" c'è sempre, e, dietro tanto strepitare e stracciarsi le vesti, il sospetto, più che legittimo, è che si tratti di un'occasione per rendere ancora più poveri i poveri e più ricchi i ricchi.
Perché poi, da che mondo è mondo, sempre così va a finire. L'economia è l'unica disciplina scientifica in cui la matematica è un'opinione.
5 dicembre
Ho scoperto che il caso non esiste, e il bello è che l'ho scoperto per caso.
26 novembre
Le stesse cose di sempre non sono più le stesse: le stesse sensazioni, le medesime sfumature, i soliti gesti ti restituiscono un sapore nuovo, sgradevole nella sua evanescenza.
È come se la conoscenza e l'esperienza anziché radicare certezze, fatto attecchire verità indiscutibili, avessero ulteriormente smussato gli angoli del dubbio, ammantando di un cinereo lucore di rassegnata incredulità il paesaggio circostante, quasi a richiamare sistematicamente la fragilità connaturata al trascurabile ruolo di comparsa che rivesti nelle vicende del tuo tempo.
La vita ti ha cambiato nella misura in cui non hai saputo cambiarla.
19 novembre
Siamo la nazione degli imitatori. Imperversano ovunque in tv, bravi, meno bravi, esilaranti, irritanti, inutili. In un paese che dice di non amare molto i politici, i politici sono replicati, moltiplicati, riproposti in tutte le salse, riciclati in mille macchiette più o meno divertenti.
Pare che non ci sia altro sistema per far ridere gli italiani che imitare i politici. Con un effetto di saturazione e distorsione della realtà che - temo - anziché esasperarne le tare e le contraddizioni, finisce per ridurre queste ultime a innocui pretesti di scherno.
Prima o poi i politici finiranno per imitare le proprie imitazioni (forse già lo fanno).
13 novembre
La pioggia di novembre ha il pudore delle malinconie presagibili.
5 novembre
Barack Hussein Obama: il 44° presidente degli Stati Uniti non ha neanche più un nome "americano". È giovane (da noi sarebbe considerato un pivello alle prime armi), è nero.
L'ex superpotenza a stelle e strisce può finalmente permettersi un presidente di colore perché, a dispetto della retorica, semplicemente non è più lo stesso paese che per oltre un secolo ha retto le sorti del mondo libero.
Un mutamento all'insegna del ridimensionamento, ma capace di produrre anche effetti positivi, se gestito con intelligenza.
E dopo otto, lunghissimi anni di presidenza Bush junior, la prospettiva di non potere che risalire la curva negativa della Storia.
foto: Corriere della Sera
29 ottobre
Sempre più l'Italia e le altre democrazie occidentali si vanno trasformando in stati etici, dove i cittadini vengono indotti a seguire certi comportamenti, a fare le proprie scelte più intime, sulla base di ciò che viene impedito o incoraggiato per legge.
E, quel che è peggio, la grande maggioranza delle persone non ci trova nulla di male, lasciandosi persuadere che essere eterodiretti nei propri comportamenti privati (ed inoffensivi per il prossimo) da uno Stato che si preoccupa tanto alacremente del "bene comune" sia cosa buona e giusta.
Prendiamo il caso della Svezia, un tempo mitico paradiso dei liberi costumi ed oggi paese oppresso da una cultura femminista tra le più farneticanti e pervasive, dove ad andare a puttane si rischia di finire direttamente in galera, sempre e comunque, semplicemente perché le nuove vestali del moralismo progressista hanno deciso che ciò è conforme a giustizia.
O l'Inghilterra, dove ci si avvia, pare, a negare l'assistenza sanitaria gratuita a chi si "permette" comportamenti sbagliati, come fumare o mangiare troppo.
Così la democrazia si muta in dittatura della maggioranza, talvolta anche solo di una piccola parte di essa, capace di spacciare per irrinunciabili conquiste sociali nient'altro che ottuse limitazioni di libertà e inaccettabili intromissioni nella sfera personale di ciascuno.
I talebani della modernità.
20 ottobre
Ognuno è artefice del proprio destino. Talvolta anche di quello degli altri.
11 ottobre
La crisi finanziaria partita dagli Stati Uniti sta investendo come una specie di ciclone ottuso ed incontenibile le economie di tutto il mondo.
Già da tempo l'ex superpotenza americana è un paese in lento ma inarrestabile declino, eppure se ne continuano ad imitare modelli, se ne importano stili di vita, ci si uniforma alle sue visioni geopolitiche spesso disastrosamente sbagliate.
Il dramma non sta tanto nella fine dell'impero (politico, economico e culturale) americano, quanto nel fatto che il resto del mondo non voglia o non sappia comprenderlo.
foto: Repubblica
2 ottobre
Guardi oltre l'orizzonte con gli occhi della mente e ti pare di scorgere un paesaggio conosciuto, rassicurante.
Luoghi vissuti in un'infanzia piena d'amore, in una inconsapevolezza irripetibile priva di pagine buie.
Credesti di aver trovato un giorno nel mare l'anello di una principessa.
22 settembre
Cosa intende per "ragazza della porta accanto" il vicino di casa di Paris Hilton?
9 settembre
Meglio non prendere impegni per domani: il mondo potrebbe finire.
Secondo alcuni, l'esperimento che prenderà il via al CERN di Ginevra, con un super acceleratore di particelle in grado di ricreare le condizioni del nostro universo un secondo dopo la sua nascita, o giù di lì, potrebbe avere il non trascurabile effetto collaterale di generare un buco nero dalle conseguenze catastrofiche.
Un immenso hole of ass capace di fagocitare l'intero globo terracqueo.
Tutto si può dire, tranne che non sarebbe una fine degna per questo mondo di m...
2 settembre
L' "indipendentismo" è uno dei subdoli mali geopolitici del nuovo millennio. La fregola indipendentista si diffonde come un virus tra popoli ed etnie spesso arretrate economicamente e socialmente, che farebbero meglio a spendere le loro energie per più utili cause. Genera guerre, destabilizza aree del mondo che altrimenti potrebbero vivere in pace, suscita preoccupazioni che volentieri ci risparmieremmo.
Ma stare dalla parte degli indipendentisti fa figo. È politically correct. È democratico.
Salvo, spesso, usare due pesi e due misure quando fa comodo salvaguardare l'"integrità territoriale" dei paesi amici.
Così, l'ex superpotenza americana - guidata dalla peggiore amministrazione della sua storia - si schiera con gli indipendentisti musulmani del Kosovo, ne appoggia senza riserve le rivendicazioni, si felicita allorché le assisi internazionali ne riconoscono il diritto all'indipendenza, e però neanche prende in considerazione le ragioni delle province russofone della Georgia che vogliono ricongiungersi alla madre Russia, sbraitando, anzi, contro quest'ultima, che muove in armi in loro difesa.
Lo sceriffo yankee che si batte per l'autodeterminazione (che bella e insulsa parola) dei popoli è politically correct, l'orso russo no.
25 agosto
Haiku semiserio di fine estate:
Ardono gli arbusti
combusti
dai bellimbusti.
(Vado a farmi un altro giro con Betta.)
14 agosto
Scrive sul Messaggero di oggi Dacia Maraini un pezzo intitolato "La forza delle donne parla contro la guerra". Si riferisce alle vittorie femminili alle Olimpiadi di Pechino, e già uno si potrebbe chiedere dove cazzo sia il nesso con la guerra tra Russia e Georgia di questi giorni e le vittorie in campo femminile (perché solo quelle in campo femminile?) nelle discipline olimpiche.
Ma il bello deve ancora venire. Nota la scrittrice per grazia ricevuta (Moravia) che è "curiosa questa maggioranza femminile nelle vittorie olimpiche. E pensare che dalle antiche competizioni greche erano espressamente escluse le donne, perfino le campionesse spartane".
Quale maggioranza, scusi? Le donne e gli uomini non gareggiano ognuno per conto loro?
Ma certo, e infatti, l'anziana signora ci spiega che "oggi le atlete hanno superato gli atleti (?) e la tendenza sembra essere crescente (pure!). Mentre la discriminazione strisciante prosegue a fare vittime nel campo del lavoro, negli spazi liberi dello sport, forse proprio perché i sessi sono già separati in settori paralleli, le donne hanno la possibilità di dimostrare le loro capacità e la loro tenacia."
Appunto. Laddove le donne gareggiano per conto loro, ci sarà sempre e comunque una donna a primeggiare. E il discorso - incredibile ma vero - vale pari pari anche per i maschi.
Ma evidentemente questi sono concetti troppo difficili da capire per certe donne come la Maraini.
2 agosto
Siamo fatti tutti allo stesso modo: ognuno è diverso.
27 luglio
Chissà se nel tuo sguardo, incrociato per sbaglio nella luce incerta di quella mattina, c'era davvero quel che ho creduto di vederci: una scheggia di rimpianto mista all'aspettativa estemporanea quanto convinta di una rinnovata possibilità di contatto. Una stella cometa di intenzioni implicite.
Ma forse nei tuoi occhi - impassibili - ho visto solo riflessi i miei.
20 luglio
Il passato non c'è più, il futuro non c'è ancora, il presente non c'è mai.
(Quando si dice non avere tempo...)
13 luglio
In certi passaggi la vita somiglia ad un gioco enigmistico in cui indizi apparentemente insignificanti e slegati tra loro concorrono, se ben interpretati, a fornire una risposta, magari a una domanda che nemmeno avevamo formulato esplicitamente.
La vita ci viene incontro nel suo modo imperscrutabile, dobbiamo dotarci di una paziente premura per decifrare i suoi segni rivelatori prima che sia troppo tardi. Ammesso che abbia davvero qualcosa in serbo per noi, perché non sempre è così.
E il futuro che ci costruiamo solo con le nostre mani è generalmente poca cosa, nel bene e nel male.
6 luglio
Se non ci fossero processi a carico del presidente del Consiglio - si duole il ministro della Giustizia - sulle norme in discussione che intendono sospendere la procedibilità penale a carico delle alte cariche dello Stato nessuno troverebbe nulla da ridire.
Appunto.
Bisogna avere la coscienza a posto per legiferare in coscienza.
27 giugno
Rassegniamoci: in questo paese si pensa al futuro guardando al passato. È l'unico posto al mondo dove - a dispetto di tutte le leggi della fisica e della logica - ci si può tranquillamente bagnare due volte nello stesso fiume.
E così Berlusconi, come già era capitato a Prodi, è tornato a fare il presidente del Consiglio; Lippi torna ad allenare la nazionale di calcio; perfino Bonolis, si dice, tornerà a presentare il festival di San Remo.
Ma mai nessuno che torni sui propri passi e ammetta di aver sbagliato.
21 giugno
Il sesso protetto è invitante quanto una birra analcolica.
12 giugno
Anzi, abbandonare l'illusoria prospettiva di obiettivi grandiosi quanto irrealizzabili ci induce a guardare finalmente con la dovuta considerazione ciò che abbiamo e che - nell'affannosa ricerca di un irrealistico "altro" non alla nostra portata - ci sembrava poca cosa, trascurabile quotidianità.
Adesso, invece, liberi da quell'inutile fardello, possiamo andare alla scoperta di quel tanto che ci pareva niente, in pace con noi stessi e col mondo, appagati, paradossalmente, dal mancato raggiungimento dei nostri sogni utopistici.
(Piccola lezione di vita del miserabile ottimista).
3 giugno
Certi pensieri impediscono di pensare.
24 maggio
Cos'hanno tanto da lamentarsi gli italiani - starnazza in tv il noto sociologo con un passato trascurabile da capo partito - se i crimini violenti sono, statistiche alla mano, in costante diminuzione dai primi del novecento?
Semplice: è il senso di impunità - tipico dei nostri tempi - che fa paura, che indigna.
Troppo semplice da capire per chi crede che le spiegazioni migliori siano sempre quelle più complicate.
15 maggio
È un perfido connubio quello che mette insieme tv di un certo tipo e sottoculture ancestrali, popolarità d'accatto e passioni proibite, affabulazioni malavitose da telefilm ed improvvisazioni omicide in chiave bullistica, C.S.I e fuitine.
Partorisce in fretta i suoi mostri: sessuali, criminali, politici, perfino linguistici. Soffia come un vento di rassegnato nichilismo e travolge con la sua leggera e spietata malia menti imbevute di mera superficialità, di micidiale ignoranza.
"Datti al giardinaggio dei fiori del male" (Baustelle, l'unica vera novità del panorama pop italiano degli ultimi vent'anni).
8 maggio
Pensierino del pessimista cosmico: non c'è alternativa a questa mancanza di alternative.
30 aprile
Fa sorridere l'ingenuità con cui gli italiani hanno riconsegnato il governo del Paese al centrodestra (anche) nella speranza di una svolta sui temi della sicurezza.
Pensare che uno come Berlusconi, autore in passato di alcune tra le leggi più scellerate in tema di giustizia - vuoi per interessi personali, vuoi per una certa mancanza di senso della realtà tipica di chi è abituato a vivere nel mondo "altro" degli straricchi e degli straprivilegiati - strenuo sostenitore dell'indulto, spregevole approfittatore di tutte le più bieche scappatoie giuridiche utili a sottrarlo alle proprie pendenze processuali, che uno così, insomma, possa trasformarsi in un convinto legalista è come sperare che un lupo ben addomesticato si persuada dell'opportunità di una dieta strettamente vegetariana.
Perché il vero allarme non è dato tanto dal numero di crimini che si commettono nelle nostre città (statisticamente neanche più elevato di quello di altre nazioni economicamente avanzate), ma dal fatto che per i responsabili spesso non ci sia, in concreto, il giusto contrappeso - che funga altresì per altri da deterrente - di una pena effettivamente scontata.
È una partita che, non smetterò mai di pensarlo, si gioca tra le pagine dei codici più che sulle volanti della polizia.
23 aprile
Le ragazze sognano i calendari, gli uomini sognano sui calendari. La classe operaia va sempre più spesso in paradiso, ma letteralmente. E il prossimo governo sarà almeno ecocompatibile?
Non so se sta peggio l'Alitalia o l'Italia.
15 aprile
Una volta tanto le elezioni politiche in Italia hanno fatto segnare un risultato veramente positivo: l'uscita di scena dal Parlamento di quella sinistra irragionevole, filocomunista, antiamericanista per principio, antimodernista, veterofemminista che per troppo tempo ha inquinato il clima politico e culturale di questo paese con le sue pretese fuori dal tempo e dal buon senso.
L'auspicio è che si tratti di un ridimensionamento definitivo e non solo un fatto episodico.
Allo stesso modo, è confortante che anche sul lato opposto i gruppi e gruppuscoli di estrema destra siano rimasti fuori.
Per il resto, ha vinto - anzi, stravinto - Berlusconi. Ma questo si sapeva già.
11 aprile
In questa campagna elettorale piena di novità, io non sono riuscito a sentire niente di nuovo.
3 aprile
Fintanto che l'arte riuscirà a commuovermi, riuscirò a non invecchiare.
26 marzo
Prendiamo la bionda showgirl (termine che di per sé sta ad indicare persona incapace di fare alcunché di veramente interessante) che ogni sera impazza sui nostri teleschermi con la sua ridarola irritante. È un esempio del potere dell'equivoco, nella fattispecie quello per cui l'aver co-presentato anni fa un programma comico di grande successo - successo del tutto indipendente dalla presenza della suddetta showgirl - l'ha fatta assurgere ipso facto a beniamina strapagata del pubblico televisivo.
È come se io avessi presentato la finale degli ultimi campionati mondiali di calcio e a qualcuno fosse venuto in mente di attribuirmi gran parte del merito per la smisurata platea che quell'evento è riuscito a catalizzare.
Non c'è peggiore categoria di quelli che si sentono simpatici ed intelligenti solo perché alcuni, ancora meno intelligenti di loro, glielo hanno fatto credere.
17 marzo
Insomma, siamo alla frutta. Le borse crollano, le monete arrancano, il petrolio è alle stelle e le stelle non preannunciano niente di buono.
Persino pifferai di provata esperienza dai comizi elettorali ci mettono in guardia sulla necessità di grandi sacrifici per l'immediato futuro.
Sono abbastanza vecchio per sapere che il mondo ha sempre qualche buon motivo per stare in crisi. E l'Italia in particolare. I conti non tornano mai, per definizione. Sennò potremmo fare a meno dei ministri dell'economia.
I sacrifici sono una costante, solo che qualche volta le ragioni che li determinano sono contingenti e concrete. Viene da pensare che in tali casi si patiscano con minore disagio.
10 marzo
Una volta il talento consisteva nel saper fare in modo straordinario ciò che gli altri sapevano fare in modo ordinario o non sapevano fare affatto.
Oggi il talento sta nel saper vendere in modo straordinario ciò che si fa in modo ordinario o, addirittura, si fa male.
Perciò sempre più spesso il talento vero rimane nascosto, misconosciuto, prodotto (appunto) di nicchia da ricercare con la stessa determinazione e costanza dell'antiquario che gira i mercatini in cerca del pezzo di valore tra le mille cianfrusaglie.
L'offerta infinita di paccottiglia ben confezionata da spregiudicate strategie di mercato ci rende cercatori solitari e sconsolati dell'autenticamente bello.
2 marzo
Tutto quello che vale la pena di imparare non si può apprendere.
23 febbraio
Non ha mica tutti i torti il presidente russo Putin a dire che l'autoproclamata indipendenza del Kosovo costituisce un precedente che finirà per ritorcersi contro l'Occidente, dal momento che di fatto rompe consolidati orientamenti delle relazioni e del diritto internazionale.
Semplicemente senza senso, poi, l'entusiasmo dell'ex superpotenza americana (e dei paesi del Vecchio Continente che le si sono accodati, Italia compresa) nel riconoscere la neo repubblichetta, notoriamente territorio di raccordo e di ritrovo in seno all'Europa di cellule del terrorismo di matrice fondamentalista islamica, che dalla novità non potranno che trarre - indirettamente, ma sicuramente - nuova linfa per i propri lugubri fini.
I tempi che viviamo esigono maggiore prudenza.
19 febbraio
L'imputato di una strage efferata si siede al cospetto del suo giudice. Somiglia al povero Pierangelo Bertoli, ma non ha nessuna intenzione di cantare, neanche in senso figurato, anzi. Ritratta. Mi hanno fatto il lavaggio del cervello per indurmi a confessare, dice, in realtà sono innocente.
La ritrattazione è un istituto giuridico che genera sempre un certo turbamento nell'opinione pubblica, anche quando - il più delle volte - è solo un escamotage processuale volto a creare un po' di scompiglio.
Tuttavia in altri ambiti è pratica assai diffusa. Tra i nostri politici, ad esempio. Basta guardare al balletto di dichiarazioni spesso contraddittorie in vista delle prossime elezioni per rendersi conto di quanto gli torni utile a sperare in una sentenza benevola dell'elettorato.
Anche se i più puntano piuttosto sulla seminfermità mentale (degli italiani).
10 febbraio
Prima la forsennata rincorsa all'aggregazione, ad imbarcare quanti più alleati possibile nella propria coalizione, ora lo sdegnoso atteggiamento di evitare accuratamente compagni di strada importuni come questuanti invadenti: meglio soli che male accompagnati. Ma anche, andando a ritroso nel tempo, un referendum per abolire la pluralità delle preferenze, vista come un germe di malaffare e corruzione, e oggi l'unanime convincimento che si debba tornare a ripristinarne almeno una, di preferenza, riformando la legge elettorale vigente (non è stata sufficiente una legislatura - seppure striminzita - per correggerla).
La politica italiana va per tentativi.
Tuttavia, la sensazione è che il risultato di questi continui capovolgimenti sia immancabilmente quello di confermare le rendite di posizione dei soliti noti. Noti da troppo tempo.
2 febbraio
I sogni di quanti hai dovuto uccidere per realizzare i tuoi?
24 gennaio
Possono le sorti del governo di un paese civile e progredito dipendere dai malumori di un partitino unipersonale che rappresenta null'altro che gli interessi del suo capo e dei suoi clientes? Certo che sì, se quel paese è l'Italia.
Quando si dice "esportare la democrazia"...
Forse c'è bisogno che qualcuno la democrazia - vera - la esporti anche da noi.
16 gennaio
In genere i discorsi tenuti dai papi dinanzi alle nostre istituzioni producono effetti deleteri.
Il predecessore dell'attuale pontefice, ad esempio, qualche anno fa fu ospite del Parlamento e, tra tutte le cose che avrebbe potuto dire, concentrò il suo intervento sulle difficili condizioni di vita nelle carceri sovraffollate, dando l'abbrivio per uno dei provvedimenti (adottato a larga maggioranza) più sconsiderati ed impopolari degli ultimi tempi, l'indulto.
Alla Sapienza Benedetto XVI non andrà, non interverrà all'inaugurazione dell'anno accademico, piccato dalla reazione ostile di quei docenti (e studenti) che si sono opposti alla sua presenza, col bel risultato che dell'inaugurazione dell'anno accademico non fregherà niente a nessuno, e tutti i media, ancora una volta, si focalizzeranno - esaltandolo - sul Ratzinger-pensiero, "censurato" dai soliti laicisti intolleranti.
8 gennaio
Emergenza rifiuti: c'è da smaltire un'intera classe dirigente.
foto: Corriere della Sera
3 gennaio
Cento dollari al barile. È il prezzo record del petrolio con cui si apre il nuovo anno.
Perché oramai, diciamoci la verità, sono i numeri ad imporre le loro leggi, a decidere i sogni e le sorti degli uomini, a determinare il corso degli eventi.
I freddi dati statistici, le cifre di mercato, hanno soppiantato i ragionamenti, la capacità di pensare a tutto tondo; le implicazioni emozionali o ideali si sono ridotte a retaggio d'altre epoche, roba buona per fare retorica inutile e perditempo. Perché anche il tempo è questione di numeri, e i numeri fanno la buona qualità (quantità) del tempo.
Peccato solo che se i numeri sono infiniti, le risorse a disposizione degli uomini non lo siano affatto.