2006
 

31 dicembre

Gli anni passano veloci, ma certi giorni sono destinati a durare anni.
Fugaci auguri.

 

23 dicembre 

Caro Babbo Natale,

dal momento che ormai tutti credono a tutto, gli idoli più o meno pagani impazzano, e si rivalutano persino le più antiche superstizioni, ammantandole di un'aura di modernità, io ho deciso di credere a Te. Anzi, di ri-credere, e questa temporanea regressione all'infanzia mi pare quanto mai congeniale al momento.
Perciò, caro Santa Klaus, vorrei chiederti un po' di regali che aiutino tutti a vivere meglio.

Cominciamo dalle cose semplici: che ne diresti di spazzare via tutti quelli che usano certe espressioni odiose che abbrutiscono la nostra lingua, tipo "le problematiche" (l'orgoglio dei politici semianalfabeti, quasi tutti), o "settimana prossima" (vorrei sapere chi cazzo ha stabilito che non si deve più usare l'articolo, e perché)?

E già che ci sei, togli di mezzo i pensierosi esperti che nei salottini televisivi ci propinano banalità a non finire con l'aria di chi sta annunciando il Verbo.
In effetti, adesso che ci penso, togliere di mezzo la televisione tout court sarebbe il regalo più bello, così diventiamo tutti più intelligenti e senza nemmeno pagare il canone.

Poi, vorrei ascoltare un disco di quelli che si facevano una volta (mica tanto tempo fa, ma sembra passato un secolo), con otto-dieci canzoni dense di musica e parole, piuttosto che questa musichetta che ci perseguita in ogni negozio, centro commerciale, stazione, aeroporto, sala d'aspetto, come una melassa sonora sempre identica a se stessa, simile al rumore dell'acqua che scorre da un rubinetto lasciato aperto.

Vorrei anche uno Stato che si preoccupasse di più della incolumità di quelli che non desiderano morire ammazzati, e lasciasse morire in pace quelli che giustamente chiedono di porre fine a una vita che tale non è più.
Ah, mi piacerebbe un sacco che la parola Giustizia (parola bellissima quanto bistrattata) tornasse finalmente ad avere un senso.
Ma questo, probabilmente, esula dalle Tue competenze. E - parrebbe - anche da quelle dei politici.

Quanto a me, infine, Ti chiedo di conservarmi ancora il privilegio della speranza.
Troppo spesso latita.

 

16 dicembre 

C'è di sicuro una mente contorta ed incline al sadismo dietro i realizzatori del menù interattivo di certi dvd.
Tu sei seduto in poltrona, vuoi vederti finalmente il film che hai preso a noleggio... ma non hai ancora fatto i conti con le strepitose idee del grafico di turno. Non sai come muoverti, le opzioni sono celate dietro simboli strani e tutt'altro che intuitivi, spesso confusi su uno sfondo poco nitido (bellissimo, strepitoso, ma irrimediabilmente poco nitido), e ogni volta che scegli l'opzione sbagliata e torni indietro devi aspettare almeno dieci o quindici interminabili secondi che finisca la musichetta, l'immagine sia finalmente ricomposta da una mano invisibile che ricostituisce un puzzle digitale del quale non si sentiva affatto il bisogno, e il tuo telecomando di nuovo in grado di impartire ordini al diabolico dischetto.
Un supplizio.
Per non parlare di quando devi sorbirti la pubblicità antiplagio, e ti negano la possibilità di saltarla o almeno andare avanti veloce: roba da farti venir voglia di correre a comprare il primo dvd pirata che trovi alla bancarella dietro l'angolo...

 

7 dicembre

- Ha sentito?
- Che cosa?
- Hanno abolito la buona fede.
- Ah sì?
- Sì. Era un concetto superato, fuori dal tempo. Una moneta fuori corso, ormai.
- In effetti...
- Hanno fatto benissimo, me lo lasci dire. Era assurdo portarsi dietro quel margine di dubbio sulle buone intenzioni delle persone. Un peso inutile.
- Una deformazione culturale...
- Giusto! Con un colpo di mano hanno tolto di mezzo questo fossile del passato.
- Lo diceva anche quel famoso politico, no? "A pensare male si fa peccato, ma quasi sempre ci si indovina", o giù di lì.
- E pensare che lui, e quelli come lui, sulla buona fede della gente c'hanno prosperato...
- Non proprio, però. Quelli che acclamano i potenti sono tutti in mala fede pure loro. Badano al loro piccolo tornaconto anche quando parlano di ideali, anche quando si commuovono davanti ai simboli e alle bandiere. Ma chi ci crede più!
- Appunto. Adesso nessuno è più tenuto a credere a niente.
- Che bello!
- Che sollievo!
- I giornali non li leggerà più nessuno, per non parlare dei telegiornali...
- Tutti pieni di dichiarazioni insincere, di convinzioni bugiarde. Adesso finalmente nessuno ne potrà più tenere conto. Nel giro di qualche anno i mezzi di comunicazione spariranno, perché non serviranno più a nessuno. Se lo immagina uno che va in tv a dire veramente quello che pensa?
- Qualche anno, ha detto? Qualche mese, semmai...
- Ha ragione.
- Neanche più chiacchiere sul pianerottolo, o sull'autobus...
- È vero. Tanto erano tutte panzane. Il trionfo dell'ipocrisia. E che noia dover leggere ogni volta tra le righe!
- Ma soprattutto scrivere tra le righe...
- A proposito - ora posso dirglielo - non credo affatto che lei sia davvero contento di questa novità.
- Stavo per dirle la stessa cosa...

 

27 novembre

Tutto, nella vita, accade per un motivo. Il caso.

 

20 novembre

Esige il Partito del Conformismo Dominante che quando sia una donna adulta ad essere sorpresa in "atteggiamenti inequivocabili" con dei ragazzini la cosa assuma, per i media, i contorni della vicenda boccaccesca, e, in fondo, la cosa migliore sia quella di riderci su.
E infatti, ieri, in una popolare trasmissione domenicale della RAI, c'era una sghignazzante platea intenta ad assistere alla parodia dell'insegnante di matematica sorpresa di recente in una scuola media alle prese con tredicenni nudi dalla vita in giù (come nella migliore tradizione dei film di Pierino, d'altronde).
A parti invertite, nessuno c'avrebbe trovato niente da ridere. Quello sarebbe stato uno squallido fatto di cronaca, qui, invece, siamo quasi all'innocuo gossip...

 

9 novembre 

L'ex superpotenza americana ha perso le elezioni. Nel senso che la gestione della guerra in Iraq è stata bocciata dagli elettori e il ministro della difesa è stato silurato.
Almeno questo è quanto riferiscono le cronache dei giornali.
Ma a leggere con attenzione quello che viene detto e fatto in quel paese si ha la percezione di una società in declino, che vivacchia su principi approssimativi e spesso in conflitto tra loro, dove manca un'idea-guida che ridia un senso forte alla costruzione del futuro, tra miti al tramonto e paure incombenti.
The american way of mediocrity

 

4 novembre

Il freddo è arrivato in modo repentino, e intenso. Anche il clima è diventato volgare, prepotente. Il tempo si adegua ai tempi che viviamo, spudorati, cinici, senza dubbi e senza ripensamenti.
Io ho un cuore di carta e la luna è di metallo.

 

27 ottobre

Certa bellezza è imperdonabile.

 

19 ottobre 

C'è un tipo di stupidità, invadente e perniciosa, che è uno dei grandi mali dell'umanità. Molto più pericolosa della malvagità, la stupidità insolente è un vero flagello, capace di arrecare danni molto più ingenti di qualunque calamità naturale.
È la stupidità che arma la mano dei terroristi, ma spesso anche di chi li combatte, di chi si sceglie certi legislatori e dei legislatori in genere, del PCD (Partito del Conformismo Dominante) che fa dire a quasi tutti le stesse cose, mentre si pensano cose diverse quasi sempre più sagge.
Si salvano in pochi da questa epidemia, mi pare, ed ovviamente sono considerati i veri stupidi, sono quelli che vivono il calvario della propria intelligenza.

 

10 ottobre 

Sto vivendo una vita imprecisata, dove le emozioni, le sensazioni, i dubbi, le speranze, si accendono e si spengono nel giro di pochi giorni, a volte di poche ore, come certe farfalle dal ciclo vitale circoscritto tra un'alba ed il successivo tramonto.
E in tutto questo non c'è niente di avventuroso e nemmeno di esaltante: c'è un senso di frastornante precarietà, piuttosto; un lasciarsi rincorrere da quello che capita, come rotolare giù da un terrapieno e fare mille scoperte sorprendenti lungo il percorso, fino a rompersi la testa.
O trovare giù in fondo il letto accogliente di un fiume e tornare a farsi trascinare dalla solita corrente, il che è anche peggio.

 

3 ottobre 

È così bella e malinconica, quella canzone, che quasi quasi mi dispiace di non essere abbastanza triste da poterla apprezzare fino in fondo...

 

26 settembre 

Dire per non esprimere.
Le parole hanno l'efficacia dell'effimero, al più contribuiscono a ratificare e mettere in bella copia convinzioni consolidate, certezze assodate.
L'idea di riuscire a modificare l'idea di ciò che siamo attraverso la comunicazione verbale è pura illusione. Parliamo soltanto a noi stessi, senza rendercene conto. Ci sforziamo di trovare la maniera più accattivante di descriverci e in realtà la sentenza è già passata in giudicato, tutto quello che c'è da aggiungere a parole si risolve in un mero vezzo autoconsolatorio.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (non certo i tuoi orecchi).

 

17 settembre 

Una parte del mondo è talmente indietro - proprio come indica il suo calendario - da far apparire moderno e tollerante persino il Papa.
Non ho mai creduto che il mondo fosse uno solo, né che quello più ricco e progredito fosse necessariamente il più cinico e spietato. In questi tempi viviamo la malinconica conferma che le frontiere - ancor più quelle ideali - non sono nate per il gusto di isolarsi e dividersi, ma per necessità.

 

9 settembre 

Beato tra le donne. Degli altri.

 

1 settembre 

Dunque, i nostri soldati si apprestano a tornare in Libano per una missione di pace. Era già successo nel 1982, sempre a seguito di devastanti incursioni militari da parte di Israele.
Anche allora avevamo vinto da poco i campionati del mondo di calcio: i libanesi hanno già cominciato a fare gli scongiuri affinché la nostra nazionale non ripeta l'impresa fra quattro anni...

 

24 agosto 

Strana davvero questa mia estate del 2006. Tra amicizie finite, altre ritrovate, partenze e ritorni, luoghi del cuore che si credevano ormai chiusi a chiave per sempre e riaperti all'improvviso.
Desiderio di novità, timore di novità. Impressioni estemporanee destinate (forse) a lasciare durature tracce di sé.
Le scelte che contano sono spesso quelle che facciamo inconsapevolmente.

 

16 agosto 

Se l'equidistanza è il punto di vista dei vigliacchi, essa, per conseguenza (e per paradosso), si risolve in una scelta estremista, radicale.
In un contesto geopolitico, il non schierarsi nasconde quasi sempre l'impossibilità di poter prendere apertamente posizione a favore di una parte che sostiene ragioni eversive, insostenibili in un consesso democratico, a cui pure si vuole appartenere.
Quelli che non stanno "né con l'uno né con l'altro"in realtà stanno con i nostri nemici. Sono nostri nemici.

 

3 agosto 

Attraversi come sempre la vita cercando di non fare troppo rumore, attento a non disturbare.
Hai sempre avuto verso gli altri un pizzico di diffidenza, ma più per la tua congenita incapacità di rapportarti ad essi, che per timore di esserne vittima in qualche modo.
Poi, improvvisamente, scopri che una persona, una presenza costante lungo il tuo cammino ormai da molti anni, ha una faccia diversa. È accaduto proprio così: l'hai guardata e hai visto un altro volto.
Come grattare via una crosta senza valore e scoprire sulla tela un capolavoro inestimabile. Solo che in questo caso è successo l'esatto contrario.
Ti fa male, è ovvio. Ma per fortuna hai capito da un pezzo che si può fare a meno di tutti (tranne che di qualcuno).
Ti giri di nuovo a guardare davanti a te, e decidi che indietro non ti volterai più.
Riprendi lentamente la tua strada.

 

23 luglio

La realtà supera la fantasia dei mediocri.

 

17 luglio 

Nella foto conclusiva del vertice del G8, che si è tenuto a S. Pietroburgo, in Russia, il Presidente del Consiglio italiano Prodi non c'è. Stava telefonando - pare - e gli altri se lo sono tranquillamente dimenticato.
Ovviamente non sarebbe stato lo stesso se il contrattempo fosse capitato non dico a Bush, ma anche a Chirac o Blair, e nel suo piccolo l'episodio dimostra, una volta di più, quanto sia trascurabile il peso dell'Italia nel consesso internazionale.
Altro che campioni del mondo...


foto: Repubblica

 

10 luglio 

E invece l'Italia li ha vinti, i mondiali di calcio. Partendo sfavorita, come sempre quando poi le cose vanno bene (perciò ai prossimi tornei, in quanto campioni del mondo in carica, partiremo favoriti e quindi sfavoriti, ma come tali favoriti...), battendo in finale la Francia ai rigori (che abbiamo finalmente imparato a tirare: pare sia diventato indispensabile per vincere qualcosa d'importante).
E così gli uccelli hanno ripreso a cantare, gli alberi sono in fiore, il mare è di nuovo azzurro e i tricolori sventolano nel cielo di nuovo limpido e profumato di vittoria.
Alleluia!


foto: Repubblica

 

4 luglio 

Alcuni sono onesti per necessità: hanno provato a vendersi l'anima, ma nessuno l'ha voluta.

 

27 giugno 

Ora, gli italiani saranno pure rincoglioniti, bolliti dall'afa di questi giorni, irretiti dai mondiali di calcio o dai retroscena più pruriginosi che emergono dall'inchiesta che ha scoperchiato le vicende di qualche troia televisiva che andava a letto col potente di turno pur di fare carriera (sai che novità!); saranno pure tutto questo, gli italiani, ma figuriamoci se davvero approvavano la riforma costituzionale il cui "padre" era uno come Calderoli.
Un dottor Mengele in chiave farsesca delle nostre istituzioni. Uno sciamano della Val Brembana che è riuscito a farsi prendere sul serio da pochi adepti. Un cabarettista dalla battuta mai divertente ma sempre irritante.
Uno con la faccia da Calderoli.

 

24 giugno 

Preghierina dell'incontentabile: Signore, aiutami ad essere migliore. Anche di Te.

 

17 giugno 

Il nobile decaduto che circa trent'anni fa uccise "per sbaglio", con una fucilata, un giovane turista tedesco, è stato arrestato con accuse infamanti.
È uno sbaglio, sbraitano indignati i suoi altolocati amici e simpatizzanti.
E quand'anche?
Gli sbagli, si sa, possono capitare...

 

8 giugno 

In Iraq gli americani hanno tirato lo sciacquone, e Al Zarqawi è andato giù...

 

1 giugno 

Ti guardi intorno come se fossi stato trasportato da qualche misterioso sortilegio in un luogo mai visto prima. Più che paura hai curiosità, più che incertezza hai la malinconica allegria di chi era rimasto l'unico a crederci mentre gli altri già stavano facendo le valigie.
La ragazza dai bei fianchi floridi che quasi ti sfiora mentre ti passa accanto ti rammenta che la vita sta sempre lì, monotona, inevitabile, a volte imprendibile ma imperdibile.
I colori, le note musicali, le parole, sono sempre gli stessi, qualunque sia la miscela o la combinazione. Il mondo che è fuori non cambia. Puoi cambiare solo quello che hai dentro di te.

 

23 maggio 

Sono stupefatto da tutto questo ossessionante arrembaggio polemico nei confronti del Codice da Vinci, libro prima e ora anche film di straordinario successo.
Si tratta di un romanzo godibile, scritto con mestiere, sicuramente non una pietra miliare nella storia della letteratura, ma certo fa un po' ridere sentire certi presunti intellettuali da trentacinque copie vendute (compresi amici e conoscenti) e pensiero talmente elitario da essere perfettamente sconosciuto dileggiare con sufficienza un testo che è stato letto da oltre quaranta milioni di persone nel mondo (e di fronte a cifre del genere dovrebbe venire quanto meno il sospetto che non si tratti solo di una furba operazione di marketing, o no?).
Ma la cosa più incredibile è assistere alle reazioni che arrivano dal mondo ecclesiastico di fronte agli interrogativi e ai dubbi che il libro pone sulla vita di Gesù: prelati e predicatori sono diventati tutti storici e storiografi e si affannano a spiegarci, spesso spalleggiati da studiosi di professione non proprio obiettivi nei loro giudizi, che le tesi contenute nel libro sono un cumulo di menzogne.
Sarà anche vero, ma chi può avere una parola definitiva sull'argomento?
Non esistono fonti storiche incontrovertibili che confermino quanto narrato nei Vangeli cosiddetti sinottici (vale a dire quelli considerati arbitrariamente dalla Chiesa come attendibili, a discapito degli altri bollati sic et simpliciter come apocrifi); la stessa Chiesa Cattolica ha stabilito, nel corso dei secoli, attraverso i suoi dogmi, verità di dottrina che tali sono, per dir così, solo "per legge".
In fondo, non esistono prove irrefutabili nemmeno del fatto che Gesù sia esistito veramente, e non sia magari il frutto di un'"invenzione narrativa"tale da far impallidire anche il più mirabolante autore di best seller.
D'altra parte, non ci hanno sempre insegnato che la vera fede è connaturata al dubbio?
Perciò, se si ha fede si continui pure a credere e a lasciarsi condizionare da tutto ciò che si vuole, ma, per favore, si eviti di mettere libri al rogo. Metaforico o meno che sia.

 

15 maggio 

Bisognerebbe pensare ad una sorta di inversione dell'onere della prova per tutti quegli ambienti e quei settori della società in cui girano troppi soldi: dimostrami che li hai guadagnati e li amministri onestamente.
Mi chiedo se esista la possibilità di arricchirsi smisuratamente e conservare (sempre che lo si possedesse all'inizio) un minimo di senso etico tale da non oltrepassare, nella gestione dei propri affari più o meno discutibili, i limiti della decenza. Ne dubito.

 

6 maggio 

Se un potente va in galera (si fa per dire, visto che in Italia le pene sono quasi sempre virtuali), alla tv si fanno dibattiti dove, in un'atmosfera da lutto nazionale, ci spiegano che 1) non bisogna assolutamente provare soddisfazione per la notizia 2) la notizia medesima è la lampante dimostrazione che il sistema non funziona, ed il necessario processo di de-legalizzazione dell'Italia è purtroppo ancora lontano dal suo compimento 3) il condannato eccellente si è comportato da eroe, e per ciò stesso merita rispetto, dal momento che ha atteso impassibile l'esito della vicenda anziché riparare all'estero per tempo, come tutto sommato avrebbe avuto il sacrosanto diritto di fare 4) i magistrati hanno agito per abietti motivi politici.
Invece io sono contento se un delinquente finisce in galera, penso che notizie come questa dimostrino che il sistema ogni tanto ha qualche rigurgito di vitalità (ma ancora per poco, temo), non riesco - proprio non ci riesco - a provare ammirazione per chi è stato riconosciuto colpevole di un reato, e sono persino convinto che i magistrati talvolta si limitino semplicemente ad applicare la legge.
Sono proprio una persona spregevole.

A proposito, giusto cinque anni fa cominciavo questo mio diario telematico. I blog sono venuti dopo...

 

27 aprile 

Tra me e i miei sogni c'è tutta la mia vita.

 

20 aprile 

Vivo sospeso su un filo sottilissimo tra gioia e dolore. È una sensazione che conosco bene, e che ogni volta si rinnova mutando nella complessità degli elementi in gioco.
Mi affaccio da una finestra che non consente di vedere bene, da cui è impossibile distinguere oltre un certo limite.
L'aria tiepida di aprile è una carezza, non so se beffarda.

 

11 aprile 

Più o meno ha vinto il centrosinistra.
L'Italia è politicamente divisa in due, e non si ricomporrà certo ad elezioni ultimate. In un paese dove è scarsissimo il senso dello Stato e delle Istituzioni, la campagna elettorale è permanente. A maggior ragione in una situazione del genere.
Berlusconi resterà con ogni probabilità il capo dell'opposizione, ed è ancora abbastanza forte da continuare a spargere il veleno della sua ammorbante sub-cultura, il pensiero debolissimo - ma letale - della post-legalità.
Dall'altra parte, la sinistra radicale condizionerà (imbalsamerà?) il grigiore del futuro governo Prodi con un effetto nebbiolina mattutina che rischierà di non farci vedere mai il sole (o, almeno, di farci scoprire se il il sole c'è per davvero).
Poveri noi.

 

3 aprile 

...il consumismo, il vetero-comunismo, il nuovo fascismo, il pacifismo, il femminismo, il garantismo, la globalizzazione, il terzomondismo, la marcia per la pace, il clericalismo, l'attivismo sfrenato, l'immobilismo, l'interventismo, il buonismo, i buoni a nulla, i cattivi maestri, la mediocrità dei tempi, la professionalità, il dilettantismo, il perbenismo, il neo patriottismo, il catastrofismo, l'ottimismo, le ragioni del cuore, il sentimentalismo...
Quarantadue anni fuori dal chiacchiericcio.

 

24 marzo 

Una democrazia è in pericolo quando la pluralità di opinioni si trasforma in chiasso.

 

15 marzo 

Una volta la politica si faceva con le parole, oggi si fa con i numeri.
I "dati" dovrebbero dare una maggiore sicurezza, essere indice di una concreta attendibilità, tuttavia succede che in campagna elettorale anche la matematica diventi un'opinione: ognuno è libero di suffragare le proprie convinzioni sciorinando cifre che si annullano a vicenda, le statistiche si riducono a slogan neanche d'effetto, le percentuali hanno il merito di essere più dirette e meno difficili da spiegare. Ma non meno discutibili.
Il risultato paradossale è che alla fine le parole riconquistano il posto d'onore con in più l'aggravante di avere annullato anche quel minimo di affidabilità che ci si poteva aspettare dall'apporto di elementi di giudizio apparentemente oggettivi.
Le ideologie ignoravano i numeri risolvendosi in preconcetti, come tali esenti dal riscontro della pratica applicazione; le chiacchiere si servono dei numeri per autoalimentarsi.

 

8 marzo 

Oggi, 8 marzo, giornata autocelebrativa della retorica postfemminista, mi pare d'obbligo accennare a due decisive protagoniste della emergente intellighenzia nostrana: trattasi delle signorine Dolcenera e Melissa Panarello.
La prima si sgola in canzonette inutili, la seconda ha addirittura la pretesa - ma solo quella - di scrivere libri memorabili e sessualmente disinibiti (quando è una donna a scrivere con i genitali è un'artista trasgressiva, quando è un uomo è solo un arrapato).
Entrambe hanno in comune il tratto dell'insignificanza; entrambe sono destinate ad un oblio rapido quanto meritato; entrambe sono incredibilmente sopravvalutate nei rispettivi ambiti.
Entrambe, soprattutto, sono tra i prodotti più attuali e significativi con cui il PCD (Partito del Conformismo Dominante) pretende - costruendo carriere improbabili - di sovvertire, tra le altre cose, una verità a mio giudizio incontrovertibile, ovvero che anche il più rozzo dei maschietti ha un istinto creativo potenzialmente molto più sviluppato della più acculturata delle femminucce. E che, se per secoli lo sviluppo del pensiero filosofico-scientifico e di quello artistico-letterario sono stati appannaggio quasi esclusivo degli uomini, forse ciò non è dipeso soltanto dall'oggettiva condizione di discriminazione sociale in cui la donna era costretta.
Ma la mia, naturalmente, è solo una trascurabilissima opinione. Di un maschio, per di più.

 

3 marzo 

Pensierino del tele-dipendente: non è l'arte che imita la vita, è la vita che imita il Grande Fratello.
(Oscar, sei stato nominato... )

 

21 febbraio 

Eppure dobbiamo viverli questi tempi di pura irrazionalità, di fanatismi contrapposti, di superstizioni decisive agli equilibri del mondo.
Cercare ristoro nella poesia, nell'arte, serve a poco, giornali e tv ci rituffano inesorabilmente in questo torrente melmoso di insulsaggini, violenze gratuite, offese continue all'intelligenza.
L'unico rifugio è il silenzio.

 

14 febbraio 

Innamorarsi di una persona è sicuramente la forma d'innamoramento meno soddisfacente.

 

5 febbraio 

Se un anonimo giornale di uno dei più anonimi paesi del pianeta - la Danimarca - pubblica qualche vignetta che in qualche modo dileggia il profeta Maometto, succede il finimondo. Certo non è una sorpresa: che quella islamica fosse una cultura intollerante (lo sono, con sfumature diverse, tutte le religioni) c'era parso già da un pezzo.
Ciò che stupisce di più è l'incapacità a saper (o voler) distinguere tra le opinioni dei privati cittadini, tra cui rientrano anche i vignettisti dei giornali, e quelle degli Stati, dei governi, quindi, in definitiva, dei popoli.
Ragionando in questo modo bizzarro, perché noi occidentali non dovremmo prendercela con tutti i musulmani indistintamente quando qualcuno di loro compie un attentato in nome di Allah?


foto: Repubblica

 

28 gennaio 

Dio è tornato di moda, ma non fa più paura.
Nessuno teme la sua ira, come nei bei tempi andati, quando bastava un minimo passo falso e si chiedeva perdono al cielo per evitare "ritorsioni".
Oggi nessuno si sente peccatore, tutti sono a posto con la coscienza, perfino i mafiosi si fanno la comunione e tengono il santino nel portafogli.
Così, Dio ha finito per perdere una funzione importantissima, è ridotto a presenza silente e rassicurante, e la Chiesa cerca di correre ai ripari scendendo direttamente sul piano della politica, cercando di proibire per legge quei comportamenti per i quali nessuno sente più di rischiare l'Inferno.
Paradossalmente (ma forse no), l'unica paura che Dio riesce ancora ad incutere agli uomini è quella di non esistere.

 

21 gennaio 

Che dire? La Pecorella smarrita è ritornata al gregge (almeno per ora).

 

14 gennaio 

Che dire? Con l'inappellabilità delle sentenze assolutorie di primo grado, la giustizia italiana è definitivamente a Pecorella.

 

10 gennaio 

Ti sembra che la luce delle stagioni ti lasci dentro una scia che è facile seguire chiudendo gli occhi, prima di dormire o in un momento di casuale silenzio, è qualcosa a cui ricorri quando hai bisogno di ritrovare te stesso e di dare un senso a ciò che ti circonda, o ti manca.
Gli anni che passano scandiscono un conto alla rovescia, ma sono anche la naturale sostanza di cui è composta l'esistenza, che se ne alimenta.
Noi siamo questa contraddizione.

 

3 gennaio - diario in aula

Con il nuovo anno entra in vigore l'ennesima novella al codice di procedura civile. "Nuovo rito", si dirà in tribunale per indicare i fascicoli soggetti alle nuove norme.
Ma il rito balordo e congenito della giustizia italiana, quello delle lungaggini estenuanti, dei principi privi di logica umanamente comprensibile, delle contraddizioni e delle disparità di trattamento quotidiane, è destinato a rimanere immutato: è questione di mentalità, non (solo) di norme.