2002
 

31 dicembre 

Ci sono giorni che durano anni ed anni che si riducono al resoconto di poche ore cruciali. Vero è che rispetto a dodici mesi fa mi sento impoverito, come se quest'anno fosse durato troppo - al punto da edulcorare il senso delle cose migliori - o troppo poco - in modo da non fare in tempo ad esaudire le promesse sussurrate all'orecchio.
Tant'è. Stare al gioco dei bilanci di fine anno ci fa sentire meno spersi e ci consola l'idea di una nuova stagione che comincia, comunque cominci.
Sommessi auguri. 

 

   24 dicembre



per "gentile concessione" della mia amica Eli

 

22 dicembre

Capita che uno si faccia delle domande e non riesca a darsi una risposta. Capita anche - più raramente - di trovare delle risposte a domande non ancora poste: bisogna saperle cogliere, il senso lo si capirà in seguito e sarà ineludibile.
È che l'esperienza non ha una direzione univoca, procede a scatti, qualche volta a ritroso, e troppo spesso assume i tratti di una premonizione.
Viaggiamo in bilico su un tempo apparente.

 

15 dicembre 

Il fatto Albert è che la vita è molto strana ma come diceva qualcuno "strana rispetto a cosa?"
(da I veri nomi di Andrea De Carlo)

 

12 dicembre

Le prossime feste di fine anno saranno le più cupe e deprimenti della mia esistenza. E questa è la sola certezza che ho al momento.
C'è una curiosa corrispondenza, peraltro, tra le mie opprimenti vicissitudini personali e la stagione di profonde inquietudini sociali e allarmi planetari che stiamo attraversando: gli operai della Fiat appenderanno le lettere di licenziamento all'albero di Natale; quasi sicuramente nei primi mesi dell'anno nuovo ci sarà una guerra (a parte tutte quelle che ci sono già), che, giusta o ingiusta che sia, non promette il massimo in fatto di serenità e fiducia nell'avvenire; i prezzi continuano a crescere, le ingiustizie pure.
Una volta qualcuno ha scritto, più o meno, "siamo in una stanza buia dalle pareti nere alla ricerca di un cappello che non c'è".

 

5 dicembre

Rivedendo i vecchi filmini in super 8, dove un bambino di troppi anni fa sempre sorridente si guarda intorno un po' spaurito, in mezzo a braccia e sguardi e slanci d'affetto, e sullo sfondo si lasciano intravedere interni di case dove ha abitato, porzioni di paesaggi un tempo così familiari, e di cui riaffiorano, di tanto in tanto, barlumi di ricordi vagamente surreali; lasciando che scorrano quelle immagini che ti riportano persone che sono le stesse che conosci oggi (te compreso), ma anche personaggi di un mondo perso per sempre; ripensando a tutto il tempo che è passato - ai milioni di sogni, di inquietudini, di gioie, di progetti, di attese che ha divorato - provi a capire se ne è valsa la pena, e intuisci che non ci sarà mai una vera risposta a questa domanda, che l'unica risposta possibile arriverà, se arriverà, comunque troppo tardi.
La vita è un tentativo.

 

29 novembre

Lampi illuminano il mondo: il buco nell'ozono c'ha ripensato e si sta rimpicciolendo; in Giappone hanno inventato il pesce senza lische; a breve nascerà il primo bambino clonato; il Presidente del Consiglio ed i suoi amici riusciranno a lucrare la solita prescrizione in uno dei tanti processi in cui sono coinvolti grazie alla prima buona riuscita delle nuove leggi in materia di giustizia; i Savoia sono in procinto di rientrare finalmente in Italia.
Tutte queste meravigliose notizie mi hanno un po' frastornato. Me ne sto in disparte. Aspetto.

 

19 novembre 

Vivo in uno strano paese, dove le sentenze dei tribunali - specie se coinvolgono personaggi di spicco - hanno una valenza quasi solo "virtuale", assolvono al ruolo di pretesto per commenti e discussioni, sui giornali e alla televisione, che di giuridico hanno ben poco, quasi nulla.
Vivo in uno strano paese, dove i politici sono affetti da ipersensibilità, e basta un episodio anomalo - anomalo nel suo ricondursi a canoni altrove assolutamente ordinari - per far vacillare decenni di (apparentemente) incrollabili certezze.
Vivo in uno strano paese, dove un eminente uomo di Stato era considerato, da nemici ed amici, il responsabile di ogni nefandezza quando nessun giudice osava incriminarlo, e adesso che qualche giudice si azzarda a condannarlo, tutti, amici e nemici, fanno a gara a manifestargli solidarietà.
Vivo in uno strano paese, dove non c'è niente di certo, perché non c'è mai niente di definitivo.

 

13 novembre

Oggi il diario lo scrive il mio amico Dom.

Amico mio, ti scrivo per segnalarti una cosa abbastanza sfiziosa.
Oggi è stato presentato il volume del[...], sulla situazione del[...], al quale ho partecipato anch'io.
Ricorderai che mi ero occupato della parte riguardante [...], mentre C. aveva fatto la parte sulla [...]. La cosa divertente, che ti segnalo, è che evidentemente il mio capitolo deve essere stato preso particolarmente sul serio, se è vero che l'ho sentito citato in tv [...] e lo vedo citato anche su [...].
Mi sono venute spontanee alcune riflessioni banali che certamente non sfuggiranno alla tua (proverbiale) attenzione:
1) in quei giorni, ricorderai, mi sono fatto - come si usa dire - un mazzo così. Ho lavorato tanto e anche fino a tarda ora (ricorderai la mia frase "mi ero dimenticato quanto è dura lavorare"), tanto che un fine settimana saltammo il nostro incontro per permettermi di portare a termine la scheda in questione. Detto questo, però, vale la pena di notare che ho scritto tutto il pezzo standomene comodamente a casa al mio computer: tutto tratto da Internet! Da non credere.
2) la conseguenza di ciò è che, si noti bene, di mio non ci ho messo nulla! Intendo dire che io non ho condotto nemmeno la minima ricerca in proprio, non ho fatto nemmeno uno schifo di intervistina volante... niente di niente! Ho semplicemente fatto un grande lavoro di ricerca online, e ho rimasticato dati già esistenti provenienti dalle fonti più disparate. E chi mi garantisce che gli altri, da cui ho tratto le informazioni, non abbiano fatto la stessa cosa? In questo gioco a ritroso potremmo perfino scoprire che nessuno ha pubblicato dati di prima mano, ma che tutti hanno manipolato dati di paternità quantomeno dubbia in una specie di sistema a scatole cinesi.
Tutto viene riportato come se fosse una ricerca "vergine", nuova di zecca. Io so che non è così, ma un lettore ignaro cosa può saperne della provenienza di quei dati? Il lettore ignaro si immagina che scienziati e professoroni del[...] siano andati in giro per l'Italia a studiare gli [...], in tutte le loro forme e manifestazioni. E poi, magari, prendono certi numeri per oro colato e ci infiorettano su una marea di discorsi e riflessioni sociologiche. Capito dove voglio arrivare? L'incredibile superficialità con cui si imbastiscono teorie, o si traggono conclusioni, è confermata da questa vicenda. Se già prima mi fidavo poco di sondaggi o ricerche varie, da oggi la mia fiducia è scesa a livello zero!

A chi lo dici.

 

7 novembre

A volte un'emozione o un sentimento durano il tempo di una canzone, e solo il tempo di una canzone è capace di rievocarli, con una immedesimazione che sfiora il vero.
Perché esiste una specie di universo parallelo, di dimensione ulteriore, in cui vanno a finire quelli che poi diventeranno i nostri ricordi: non ce n'è precluso l'accesso, di tanto in tanto ci è dato di non contemplarli solo dall'esterno, ma la permanenza può essere solo fugace.
E questo è anche ciò che fa più male.

 

31 ottobre

La terra trema, preceduta da un sinistro fragore sotterraneo. Il boato del nulla, del quale siamo gli apparenti predestinati.

 

20 ottobre

Un killer spietato si aggira per gli Stati Uniti e uccide assolutamente a caso. Ne ha già fatti fuori una decina.
Sembra la metafora di qualcosa, è la realtà che si fa metafora di se stessa.
L'ex superpotenza americana continua ad assistere pressoché impotente al concretizzarsi dei suoi peggiori incubi cinematografici.
Una vocina, dentro di noi, ci aveva sempre lasciato intendere che prima o poi sarebbe accaduto.
A quando lo sbarco degli alieni?

 

13 ottobre

In tv nessuno fa più niente, tutti vanno a fare: «...vado a mostrarvi...»; «...con questo oggetto andrete a realizzare...»; «...vado ora a presentarvi...»; «...bisognerebbe andare a capire...».
È il portato di un nuovo ordine di burini, quello dei "cafoni arricchiti" del linguaggio.
Peccato che nessuno ce li mandi per davvero.

 

6 ottobre

Devo decidermi a scendere da questo ramo. Però prima voglio vedere bene. Laggiù è tutto così confuso...

 

28 settembre

C'è qualcosa che fa riflettere nella disavventura capitata a quel signore americano di origine vietnamita che è rimasto per tre mesi alla deriva in mezzo all'oceano sulla sua barca ormai incapace di riprendere la rotta, finché non è stato avvistato casualmente da un'altra imbarcazione e riportato a casa.
Dell'uomo non erano state avviate le ricerche perché nessuno aveva denunciato la sua scomparsa. Nessuno aveva fatto caso alla sua scomparsa.
Ci sono naufraghi che non hanno bisogno di lasciare la terraferma per essere tali.

 

18 settembre - diario in aula

Conclusasi la sospensione feriale, ricominciano le udienze. Nel sovrapporsi di volti e toghe, di fascicoli e caffè bevuti di corsa al bar del tribunale, sembra di rivedere per l'ennesima volta lo stesso film dalla trama improbabile.
In tutto questo marasma di voci caotiche, di parole in libertà, di formule stantie, quasi ci si dimentica del proprio ruolo, quasi ci si avventura, senza alcuna certezza, come alunni al primo giorno di scuola in cerca di risposte che nessuno conosce.
Chiedo rinvio per la precisazione delle conclusioni, ma nella vita quel termine non arriva mai.

 

11 settembre 

Ciò che continua a lasciare costernati, a un anno di distanza, è la fine del mito.
Il grande angelo custode (per molti, l'angelo del male)che - magari inconsciamente - credevamo invulnerabile, è stato ferito a morte, e tuttora seguita ad arrancare in cerca di un nemico invisibile e di una rivincita impossibile.
Il resto sono chiacchiere.


foto: Corriere della sera

 

8 settembre

Questo strano alternarsi di pioggia e sole forse in qualche modo è capace di condizionare la nostra mente, quanto meno mi piace pensare che è ciò che mi sta accadendo.
Nasco e muoio ogni giorno, ed anche se tutto è coperto da un velo che sfuma i contorni delle cose in un insieme uniforme ed opprimente, in lontananza mi pare di scorgere, di tanto in tanto, una stella.

 

1 settembre

Chi pensa che gli italiani - quegli stessi italiani che hanno votato in un certo modo alle ultime elezioni - non si rendano conto di come viene oggi gestito il potere ai massimi vertici dello Stato, della disinvolta attenzione per la risoluzione di certi problemi personali che detta l'agenda politica di questi mesi, è un illuso. Ed è inutile affannarsi tanto a cercare di spiegare come stanno le cose, nella speranza che prima o poi aprano gli occhi: li hanno già fin troppo aperti.
Agli italiani - a quegli italiani - sta bene così. Si sarebbero comportati come il loro referente politico se si fossero trovati al suo posto: un segreto brivido di ammirazione pervade buona parte del paese ogni volta che costui segna un nuovo punto a proprio vantaggio. E in ogni caso, per essi, quel che conta è che certe promesse, demagogiche o meno, vengano mantenute. Costi quel che costi.
A qualcuno risulta che alla stragrande maggioranza dei miei concittadini sia mai stato davvero a cuore l'interesse dell'Italia (se non intesa come Nazionale di calcio, ci mancherebbe), piuttosto che i propri piccoli, egoistici, inappagabili interessi di parte?

 

25 agosto

Il presidente dell'ex superpotenza americana propone, per limitare il fenomeno degli incendi boschivi - che quest'anno nel suo paese è stato particolarmente devastante - di abbattere più alberi: meno boschi ci sono, meno alto è il rischio che vengano distrutti dagli incendi.
Non è la battuta di qualche irriverente umorista, è la verità.
Questo mondo paradossale in cui siamo immersi, purtroppo, è la verità.

 

17 agosto

Sono guarito. Il mondo, invece, no.
L'Europa centro-orientale è flagellata dalle piogge torrenziali e dalle alluvioni. Dresda e Praga, finora, le città più colpite. Si teme che il Danubio straripi a Budapest.
Più lontano, in Asia, una nube tossica di inaudite proporzioni galleggia bellamente su quattro o cinque nazioni imputridendo l'aria. È la conseguenza delle incrementate attività produttive dei paesi che si credono già ricchi e che invece sono ancora poveri (pure di tecnologie), dicono gli esperti.
Questa è l'estate del 2002: il «popolo dei vacanzieri» si è perso per strada o non è mai partito (forse anche per la vergogna di essere definito così). Non esistono più stagioni vuote. I giornali hanno di che vendere notizie.
È un bene o un male?


Praga - foto:Repubblica

 

11 agosto

Stare male è come essere improvvisamente assorbiti da un lavoro gravoso ed inaspettato.
Fronteggiare questa emergenza significa mettere da parte le proprie attività quotidiane, sacrificare o, quanto meno, rapportare a questa assolutizzante incombenza ogni altra piacevole o spiacevole necessità.
È una prigione immateriale. Inutile chiedere quanto durerà la pena.

 

3 agosto

Come è facile, e perversamente piacevole, cedere alle illusioni. Crogiolarsi nel sogno che sembra improvvisamente diventato realtà, vivere in prima persona l'ennesimo cortometraggio (guai se diventasse un lungometraggio!) di cui siamo autori e spettatori al contempo.
Se non avessimo la capacità - o la debolezza? - di illuderci, forse non saremmo ciò che siamo. Non solo il riso ci distingue dagli (altri) animali.

 

18 luglio

Questa è la prima pagina del "diario" che realizzo con il nuovo computer. Cambiare computer è un po' come cambiare casa: all'inizio ti guardi intorno un po' spaesato, tra l'angoscia di un trasloco ancora lungi dall'essere completato e le novità in cui t'imbatti, che ingaggiano una dura battaglia con le tue consolidate abitudini.
Ti aggiri tra le "stanze" ancora semivuote ed immagini come dovranno essere quando l'arredamento sarà definitivo.
È una casa più grande, spaziosa, confortevole. Ma sarà la tua casa solo quando comincerà ad essere frequentata dalle persone e dalle cose che ami.
Intanto aspetti che il tuo amico Dom ti venga a portare la chiave giusta per aprire qualche porta che il locatore di Redmond ha inspiegabilmente deciso di lasciare chiusa.

 

13 luglio

Siamo tutti un po' arresi agli eventi, di questi tempi: accadimenti ineluttabili come il caldo e la siccità, il razzismo congenito della polizia americana o la morale sessuale (qualunque essa sia), sono lì a ricordarci che siamo solo parzialmente padroni delle nostre vite. Il resto è roulette.
C'è un aspetto positivo in tutto questo, ed è che possiamo considerarci solo parzialmente responsabili anche delle nostre sconfitte. Sempre.
Ci sia di conforto questa chiamata in correità.

 

4 luglio

 

29 giugno

Prima del previsto, con un caldo idiota (che ruolo gioca l'afa nel meraviglioso disegno del Creato? ), è arrivata l'estate. La zona neutra, l'isola raggiungibile solo una volta all'anno per il gusto di non avere nulla da fare.
Ma è solo un'impressione. La vita, nel bene e nel male, continua implacabile la sua opera di incessante mutamento in qualunque stagione.
All'erta, all'erta...

 

18 giugno

Accadono cose assurde: l'Italia viene eliminata dai Mondiali di calcio, vittima delle proprie squadre di club e di un dio-campionato che non ammette eccezioni al suo strapotere; il giocatore coreano che ha segnato il gol decisivo in nostro sfavore non verrà riconfermato «per punizione» dal Perugia, dove militava, e c'è chi applaude a tutto questo; gli arbitri ci hanno negato almeno cinque gol validi, ma le regole dello sport - che, per definizione, dovrebbero essere congegnate in modo tale da poter rimediare sollecitamente ed efficacemente ad eventuali disparità di trattamento - non danno alcuna via di scampo (vorrei che qualcuno mi spiegasse il perché); i giudici scioperano, gli avvocati pure, le ingiustizie mai.

 

12 giugno

È tutto molto semplice, in teoria. Risolvere il problema della fame nel mondo come chiedere di uscire agli occhi più belli dell'universo; vincere una partita di pallone come trovare l'assassino della studentessa.
Esiste una zona che sta esattamente a metà fra la teoria e la pratica. Un punto di passaggio tra idea ed azione che nessuno ha mai esplorato, analizzato. Non ha neanche un nome.
Eppure esiste. Ed è lì che si decide il novantanove per cento delle vittorie quotidiane (almeno di quelle alla nostra portata).
Passare dalla teoria alla pratica non è soltanto un proposito ma una condizione, che è la sintesi (perfetta, quando riesce) tra scelta e necessità.
Sta lì il segreto del successo, non ne dubito.

 

6 giugno

Le donne dei calciatori della nostra Nazionale dovrebbero essere con loro durante i Mondiali? Alla tv (di Stato) c'è chi imbastisce, mi dicono, intere trasmissioni sulla fondamentale questione. E, cosa più allarmante, c'è gente che quelle trasmissioni le segue, spreca qualche ora del suo tempo, che potrebbe dedicare ad attività di gran lunga più interessanti e produttive - che so: scoparsi la vicina di casa, leggere i primi capitoli di un buon libro, scambiare finalmente qualche parola con la prole - appresso a tali ridicole disquisizioni.
Il calcio è una di quelle cose in nome delle quali, chissà perché, si ha diritto al rincoglionimento delle coscienze. Propongo di vietare ai minori le trasmissioni sportive (o parasportive), in quanto altamente diseducative.
Extraterrestre, portami via...

 

28 maggio

Da oggi la Russia entra a far parte della N.A.T.O., o quasi. Che la guerra fredda sia davvero finita lo dimostra, più che altro, il fatto che tale avvenimento si sia celebrato in un'atmosfera da (sia pur sfarzosa) certificazione notarile. Nulla di più.
Niente manifestazioni di piazza, pro o contro, ad oriente come ad occidente; niente isolate ma clamorose prese di posizione di dissenso; un relativo disinteresse da parte delle pubbliche opinioni coinvolte nello storico evento.
Come ha detto lo stesso presidente Putin, la Russia non aveva alternative al cammino di "occidentalizzazione" intrapreso. E in questa ammissione c'è tutto il senso di un percorso storico che immensamente conforta e al tempo stesso - come tutte le scelte obbligate - un pochino inquieta.


foto: Corriere della Sera

 

26 maggio

Ci sono persone che ci riempiono il cuore per il solo fatto di esistere. Persone che hanno il dono di intuire quando starti accanto, anche solo spiritualmente, o che sanno attendere in disparte senza esserlo mai veramente.
Sono gli unici angeli che quelli come me si possono permettere.
Ciao, Oriana.

 

16 maggio

In uno straordinario racconto di Stephen King, intitolato L'arte di sopravvivere, un chirurgo naufragato su un isolotto privo di tutto finisce per mangiare se stesso un po' per volta: prima un piede, poi l'altro, poi una gamba, e così via.
Oggi mi sento come quel chirurgo. Solo che lui si mangiava a crudo, io mi sto cucinando a fuoco lento.
(Mi sbraccerò per segnalare la mia presenza agli aerei in transito sapendo già che non potranno vedermi).

 

8 maggio

È uno di quei giorni in cui non sai da che parte prendere le cose, in cui non sai se doverti rallegrare per ciò che hai o essere rammaricato per ciò che ti manca; un giorno che non ha spigoli, che non ha angoli netti, in cui tutto è sfumato, appiattito in una prospettiva che genera l'ansia mista a rassegnazione dell'indeterminatezza.
Ho voglia di fare una valigia e scappare da tutto e tutti. Ma quel che è peggio è sapere che dopo cinque minuti avrei già voglia di tornare.

 

27 aprile

Eccola che ricompare la vecchia amica della vecchia amica, la finta bionda con le scarpe a punta e gli occhiali da sole griffati, che legge Repubblica e guida una macchina di lusso metallizzata come i suoi sentimenti.
Ogni tanto riaffiora come una medusa sotto la superficie dell'acqua, bella - sicuramente - da guardare, ma pericolosa da toccare.
Ormai ha superato i trenta, però lei quando si guarda allo specchio non se ne darebbe nemmeno venti: di anni, e forse anche di uomini. Eternamente alla moda, come certi scrittori che tiene sul comodino, ma non legge mai; perennemente perfetta, come i pochi ma preziosi gioielli che le adornano la pelle abbronzata.
Tu la guardi, nella luce troppo calda del tramonto, e per una volta (una volta tanto), mentre pensi a come deve essere faticoso e difficile costruirsi ogni giorno così impeccabilmente, nella tua testa (solo nella tua testa) i ruoli s'invertono: è lei a farti un po' di compassione.

 

15 aprile

Il senso delle cose si scopre a volte a distanza di anni in un modo misterioso ed inaspettato. Ci sono percorsi invisibili - invisibili ma reali - che congiungono punti lontanissimi ed apparentemente incommensurabili, un epilogo anche solo parziale ad uno spunto che sembrava dovesse restare incompiuto e privo di significato come un binario morto.
Ma i binari della vita conducono sempre ad una stazione, per quanto piccola, per quanto ignorata dalle tratte più importanti; lasciano sempre il tempo di uno scalo, solo a cercarlo, solo a saperlo cogliere.
E forse dietro a tutto questo c'è un disegno, o forse no, ciò che conta è tenere gli occhi aperti dietro al finestrino e non smettere mai di guardare fuori. Qualcosa apparirà.

 

10 aprile

Nei giorni scorsi la vecchia babbiona ultracentenaria Regina Madre d'Inghilterra ha avuto degna sepoltura. Ma se è già un mistero che file chilometriche siano state formate dai suoi sudditi (sic!) in paziente attesa di rendere omaggio alla venerabile salma, ancor più sorprendente e privo di logica è che l'evento (si fa per dire) delle sue esequie abbia avuto copertura televisiva degna di miglior causa anche nel nostro paese, con tanto di diretta, da parte della televisione pubblica, del regale funerale.
Non oso informarmi sullo share ottenuto da tale incommensurabile esempio di "tv di servizio"...

 

3 aprile

Tra luoghi sacri profanati e ideali traditi, tra vittime un po' troppo carnefici e carnefici affetti da vittimismo, tra indagati superstar e giudici disoccupati, tra diritti negati e doveri ignorati, tra terroristi imprendibili ed eserciti imperdonabili, tra sentimenti vuoti-a-perdere ed improbabili cambi di stagione, oggi compio trentotto anni.
Cento di questi giorni?

 

26 marzo

Per quanto mi sforzi, non riesco proprio a comprendere le ragioni che possano indurre qualcuno ad essere razzista, a discriminare fino alle estreme conseguenze - sulla base della mera appartenenza etnica - un gruppo di esseri umani, un intero popolo, una civiltà.
Mi sono convinto, perciò, che debba esistere una sorta di tara mentale che porti ad assumere atteggiamenti tanto irrazionali. Così come esiste una spiegazione neurogenetica alla compulsione di certi individui per il gioco d'azzardo, deve esistere un qualche gene difettoso responsabile della mentalità razzista.
In attesa che la ricerca scientifica trovi un antidoto, credo che il solo rimedio, al momento, consista nell'unica forma di discriminazione accettabile: quella nei confronti dei discriminatori.

 

13 marzo

Ho visto un film bellissimo, un autentico capolavoro. E rimpiango di non averlo visto al cinema, ma solo adesso e in video: A.I.-Intelligenza Artificiale.
Un film così ti capita di vederlo una volta ogni dieci anni (e l'ultimo film che mi aveva emozionato altrettanto - emozioni, peraltro, di ordine completamente diverso - era stato Schindler's List, sempre, guarda caso, di Spielberg). Poesia, fantascienza, magia, avventura, sentimenti: c'è di tutto, e niente è di troppo.
Poi ognuno può leggerci, tra le righe, ciò che vuole. Mecha o orga che sia.


©2001 - Warner Brothers and Dreamworks LLC

 

12 marzo

Anche quando credi di aver raggiunto un certo equilibrio nella tua vita, quando, guardandoti intorno, vedi le persone e le cose e le situazioni che - pur invecchiando insieme a te, pur ripetendosi diverse ma uguali - ti accompagneranno per il resto dei tuoi giorni, anzi, saranno i tuoi giorni a venire; anche quando, insomma, pensi che tutte le caselle della tua esistenza siano state collocate al posto giusto, e non ci sia più niente da cercare o da scoprire, ti resta dentro quel retrogusto, quella nota di sottofondo che di tanto in tanto - vagamente, sommessamente - ti lascia balenare l'idea che ci sia comunque una via di fuga; te la fa assaporare, anche se solo come fugace illusione, come mera potenzialità lungi dal tradursi in qualcosa di concreto.
Non ce ne rendiamo conto, ma viviamo nell'inconsapevole miraggio di una fuga perenne, perché è impossibile, anche per i più bravi e vincenti, trasformare in realtà tutti i propri sogni. E quello che rimane tale è sempre il più bello.

 

2 marzo

Non riesco a ricordare un solo atto, dell'attuale governo in carica, che abbia salutato con favore. E questo non per preconcetto spirito di contraddizione (mai stato il tipo), ma proprio perché c'è davvero qualcosa che non quadra nella destra al potere in questa povera Italia.
La cosa più sorprendente è la sua prevedibilità. Quando il Presidente del Consiglio si adopera per rendere più facile la vita per sé e per i suoi cari, attraverso questo o quel provvedimento, sembra proprio quello che ci veniva raccontato nelle vignette o nelle barzellette pre-elettorali; quando il Ministro per le Riforme Istituzionali (sic!), Umberto Bossi, ulula qualcuna delle sue sconclusionate invettive contro l'Unione Europea, si identifica in maniera imbarazzante con la più scontata delle sue stesse caricature.
Forse un risultato positivo questo governo lo sta ottenendo: quello di risvegliare la passione politica in chi l'aveva smarrita.


foto: Repubblica

 

17 febbraio

Pura vita è un esperimento non riuscito. Di più, è un clamoroso autogol di uno degli scrittori che pure mi hanno insegnato, vent'anni or sono, il gusto della lettura.
Treno di panna e Uccelli da gabbia e da voliera restano due romanzi unici non solo per De Carlo, ma, mi azzarderei a dire, per la letteratura italiana. Con i loro pregi ed i loro difetti, naturalmente, ma comunque lontani anni luce dalla meditabonda ed autocompiaciuta prosa della gran parte dei nostri autori contemporanei. Quando li lessi, Andrea De Carlo non lo conosceva quasi nessuno. Poi è diventato uno scrittore di successo, subendo, per certi versi, una sorta d'involuzione: talune approssimazioni, talune ingenuità o forzature presenti in alcuni suoi libri successivi mi hanno sempre fatto pensare ad un tentativo di "elevare" la propria scrittura che ha finito per sortire l'effetto opposto. E alla fine è prevalsa, per giunta, anche l'esigenza - tristemente sentita dalla gran parte dei nostri autori - di moraleggiare e "prendere posizione" sui veri o presunti mali della società (esercizio difficilissimo, che scade quasi inevitabilmente in una certa retorica da anticonformisti prêt-à-porter).
Pura vita è, direi, un po' la summa di tutto questo: è solo un pretesto per far sputare sentenze a ripetizione al protagonista (lo stesso De Carlo?). Non c'è altro. Non c'è veramente altro.

 

11 febbraio

Aria primaverile, un po' innaturale. Uno ha paura a dire che l'inverno è passato, incombe il rischio di una ricaduta.
Rispecchia quello che sta accadendo nel mondo (e nel mio mondo): c'è una maggiore, relativa tranquillità rispetto ai mesi scorsi, ma troppe domande sono rimaste prive di risposta e su troppi fronti cova il pericolo di nuove minacce.
Dove non sembra mai cambiare nulla è proprio in Medio Oriente. Non capisco l'atteggiamento del governo israeliano che, anziché puntare ad isolare i gruppi palestinesi che praticano il terrorismo, sceglie la strada molto più semplice ma controproducente di rispondere agli attentati sparando nel mucchio. Adesso Arafat è tornato ad essere considerato un capobanda, dopo le strette di mano e i premi Nobel.
Nessuna via d'uscita all'orizzonte

 

4 febbraio

... quei fili sottili che ci tengono uniti, come funi sospese da un capo all'altro della notte, su cui danzano, splendidi e malinconici, equilibristi di sentimenti ...

 

27 gennaio

Più il tempo passa, più passa in fretta.
Da piccoli il mondo ci appare più grande, per ovvie ragioni di proporzioni fisiche, ma qualcosa di simile succede anche con il tempo. Un anno per un bambino è un percorso interminabile, da adulti arriva inevitabilmente il momento in cui si riduce alla copertina di un agenda di trecentosessantacinque pagine, spesso fitte di annotazioni che si riferiscono ad impegni già presi. C'è solo da augurarsi che ogni tanto una mano amica aggiunga qualche frase significativa su quelle pagine: così uno s'indugia a leggere e a rileggere, e il tempo si ferma. Anche se solo per un po'.

 

6 gennaio

Ho appena terminato di leggere Storia del presente, il bel libro dell'inglese Timothy Garton Ash che ripercorre la recente e recentissima storia europea, dalla caduta del Muro di Berlino alle guerre nei Balcani.
Continuo a pensare che l'avvenimento storico più importante di cui sia stata testimone la mia generazione resti a tutt'oggi la fine del comunismo ed il conseguente disfacimento dell'ex blocco sovietico.
Perché il mondo com'era allora sembrava qualcosa d'immutabile, e perché i popoli «congelati» dall'uniformità economica, sociale e culturale imposta dal marxismo-leninismo, che ora sono tornati o stanno tornando lentamente a ricoprire un ruolo significativo nel nostro continente, somigliano a degli adolescenti di cui ci si ricordi com'erano il giorno della loro nascita (o rinascita) e conforta constatare che sono cresciuti fino a (ri)diventare adulti, o quasi.

Intanto, ieri sera si è compiuta l'ennesima tragicomica farsa del nostro governo in carica, con il Ministro degli Esteri costretto a dimettersi perché accusato di essere, da alcuni dei suoi stessi colleghi, troppo europeista (accusa davvero infamante...).
Il vuoto pneumatico al potere.

 

1 gennaio

Al di là della retorica, cominciare l'anno con l'idea dell'euro che inizia ad avere corso legale procura una certa emozione.
Faccio il tifo per l'Europa, ma che sia davvero l'Europa, e non solo una sua parte. E non solo in parte.